30 anni di turismo ‘sempre più bilaterale’: ora un osservatorio delle competenze


L’Ente Bilaterale Turismo Sicilia ha celebrato i 30 anni dalla propria costituzione. Una ricorrenza simbolica, ma anche l’occasione per fare il punto sul ruolo che l’ente ha svolto – e continuerà a svolgere – a servizio di imprese e lavoratori del turismo nell’Isola.

Davanti a una platea composta da rappresentanti delle associazioni datoriali, delle organizzazioni sindacali, delle istituzioni regionali e da molti colleghi che in questi anni hanno condiviso il percorso dell’ente, il presidente dell’EBRTS, Stefano Spitalieri segretario generale della Fisascat Cisl regionale ha ripercorso le tappe principali di questa storia comune.

Il presidente ha sottolineato come il turismo rappresenti ormai uno dei pilastri dell’economia regionale, ma al tempo stesso resti caratterizzato da fragilità strutturali – stagionalità, precarietà, carenza di competenze avanzate, infrastrutture inadeguate – che richiedono politiche di sistema e un dialogo continuo tra le parti sociali. “Il turismo siciliano – ha detto – è un gigante per attrattività e un adolescente per struttura. Il nostro compito, come ente bilaterale, è contribuire a farlo diventare adulto: più stabile, più qualificato, più sostenibile”.

Per il futuro, il presidente ha illustrato alcune delle linee strategiche che guideranno l’azione dell’EBRTS: il rafforzamento della formazione, la nascita di nuovi osservatori, il welfare bilaterale e i progetti di inclusione sociale. “Non possiamo limitarci a leggere il mercato del lavoro: dobbiamo anticiparlo – ha dichiarato. Per questo stiamo lavorando alla creazione di un Osservatorio turistico regionale e di un Osservatorio sul mercato del lavoro nel turismo, che ci consentano di monitorare flussi, competenze, fabbisogni formativi e impatti della stagionalità. Sono strumenti che metteremo a disposizione di tutti: istituzioni, parti sociali, imprese, lavoratori”.

Un capitolo centrale del suo intervento è stato dedicato alla formazione continua e alle nuove competenze richieste da un turismo sempre più digitale, esperienziale e sostenibile. “I nostri corsi non devono essere percepiti come un adempimento, ma come un investimento – ha ribadito il presidente. – Dal “turismo 4.0” alla sostenibilità ambientale, dalla sicurezza sul lavoro alle lingue straniere, passando per il turismo esperienziale, enogastronomico, slow e del lusso: è qui che si gioca la capacità della Sicilia di competere con le grandi destinazioni del Mediterraneo”.

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