La conviviale di Pasqua per i Soci dello Skal di Palermo è stata l’occasione per fare il punto sull’emergenza economica, conseguenziale a quella sanitaria, che il Paese sta attraversando. Una crisi che colpisce imprese e professionisti della filiera turistica, aggravata da antichi problemi mai risolti quali quelli della mobilità interna ed esterna e che in Sicilia rende di attualità l’estensione dei voli sociali e la riproposizione del tema del Ponte sullo Stretto, come hanno ricordato Gino Campanella e Santino Mogavero.
Una conversazione, esclusivamente virtuale, vivace introdotta dal presidente Toti Piscopo, che ad apertura del collegamento ha dato il benvenuto a Giorgio Palmucci, (vedi sua dichiarazione) presidente dell’Enit, ad Armando Ballarin, presidente nazionale dello Skal Italia ed il consigliere internazionale, Antonio Percario.
“E’ il momento di mettere a frutto – ha esordito Armando Ballarin, dando il suo saluto ed esprimendo compiacimento per i colleghi di Palermo – le nostre esperienze e capacità imprenditoriali e suggerire ai colleghi quali opportunità possiamo offrire a livello nazionale e internazionale per mettere in rete tutte le attività dei nostri soci tramite la rete dei Club nel mondo a cui aderiscono circa 18.000 operatori turistici professionali”.
“Stiamo mettendo su un think thank dello Skal – gli ha fatto eco, Antonio Percario – in cui le esigenze territoriali possono essere trasferite a livello nazionale e internazionale. Lo Skal dunque come laboratorio in cui superare regionalismi e costituire una task force specifica che ci potrà aiutare a superare questo momento di emergenza”.
Il punto di vista dei Tour Operator è stato espresso da Dario Ferrante: “la Sicilia è ancora una desinazione legata alla stagionalità e dunque ci aspettiamo di riprendere a regime solo tra un anno e cioè ad aprile 2021. Intanto la nostra categoria è spezzata in due, tra chi nutre ancora delle speranze e che ritiene che la stagione sia finita prima ancora di iniziare. Al momento – ha ricordato Ferrante – diversi tour operator del Nord Europa si sono detti potenzialmente interessati a tornare a programmare viaggi in Sicilia quest’estate, ma non dipende da noi. E’ impossibile infatti fare previsioni a lungo termine. Di buono c’è che stiamo riscoprendo la solidarietà a tutti i livelli ma certamente ci sono imprese che non potranno sopravvivere senza fondi per un anno intero. Superato lo scoglio della sopravvivenza – ha auspicato Ferrante – ci affideremo all’Enit per la promozione e finora rileviamo un sentiment tra gli operatori ancora positivo, un attaccamento alto alla destinazione Sicilia, anche se molto probabilmente il mercato del lungo raggio è compromesso. Il volo United tra Palermo e New York aveva avuto da subito numeri positivi, le attese erano più che incoraggianti ci aspettavamo un aumento del 30%, ma anche questa speranza è andata delusa. Oggi passiamo le nostre giornate – ha concluso – a cancellare le prenotazioni, prima solo quelle di aprile, ormai anche quelle di maggio”.
Sulla stessa lunghezza d’onda lo storico agente di viaggi, Gino Campanella: “Incoraggiare il turismo domestico e spingere le vacanze in Italia potrebbe diventare un’opportunità per la Sicilia che potrà recuperare quote di mercato dal turismo nazionale se i costi dei trasporti saranno possibili ed accessibili”.
Condivide Giovanni Di Giovanni, figura di riferimento della ricettività alberghiera siciliana: “Anche solo immaginare che la ripresa reale inizierà nella primavera 2021 ci fa male – ha sottolineato Di Giovanni – Ma il nostro turismo dipende dai trasporti, quindi è indispensabile rendere compatibili aerei con le nuove regole sul distanziamento sociale e quindi riducendone la capacità. Insomma, garantire a chi viaggia quella sicurezza che oggi non c’è – ed aggiunge – noi intanto ci stiamo preparando ad accogliere la clientela seguendo le linee guida dell’Oms. Se riusciremo a riattivare i collegamenti potremo sperare nel ritorno dei turisti, altrimenti saremo isola emarginata dal ritorno dei turisti”.
Ma il problema di fondo rimane la liquidità reclamata dalle imprese per garantire la sopravvivenza prima ed il rilancio non appena inviata la fase 2. Tante le ipotesi ma la resistenza è sempre più dura per gli addetti ai lavori, sui quali è intervenuto Marco Salerno ex direttore generale dell’Assessorato al Turismo, adesso in pensione: “Finora sia gli interventi deliberati sul turismo sia in giunta regionale sia le altre determinazioni di livello nazionale che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni – spiega Salerno – indicano la strada per un pacchetto di iniziative attraverso strumenti di crediti o di agevolazioni fiscali. Si tratta di iniziative senza dubbio interessanti ma che non rispondono alle esigenze del settore. Sarebbe opportuno invece riuscire a individuare forme di intervento de minimis, per non infrangere normative europee, con cifre non particolarmente rilevanti ma che potrebbero immettere liquidità immediata per rispondere alle esigenze che si sono concretizzate in questi ultimi due mesi, considerato che appunto lo strumento ‘de minimis’ accorcia i tempi rispetto a fenomeni di regolazione di interventi con misure europee. Poi ci sarà una pianificazione più complessiva – ha concluso Salerno – che coinvolge tutti gli strumenti che il governo nazionale sta mettendo in campo. In realtà me ne aspetto qualche altro più sul piano gestionale e non emergenziale”.
Sull’abusivismo si è soffermata Elisabetta Calandrino, pioniera delle guide turistiche di eccellenza: “Come Federagit – ha detto – abbiamo presentato a livello regionale e nazionale una serie di richieste sulla riorganizzazione dell’intera professione, ma anche rivedere norme e lotta all’abusivismo. Il 2020 doveva essere un’annata fondamentale per il nostro turismo, ci aspettavamo incremento interessante per il tutto comparto, – ha concluso – con l’allungamento della periodo medio di permanenza che dovevano restare 10 giorni”.
Messaggio di speranza da Bernardette Lo Bianco, presidente dell’Associazione Sicilia turismo per tutti: “Come operatori turistici ed addetti al settore, dobbiamo essere rassicuranti, dobbiamo essere fiduciosi, dobbiamo spingere sul desiderio di uscire e di viaggiare in un luogo vicino quando finirà il lockdown, promuovere il turismo del vicinato, valorizzando l’identità e i nostri luoghi. Ma facendo i conti con il problema sanitario, il turista sarà spaventato, perciò dobbiamo rendere sicure le nostre destinazioni e adattarci alle nuove esigenze imposte da questa nuova emergenza sanitaria”.
Ed infine Francesco Nicosia, avvocato: “Preoccupano le nuove norme che le aziende dovranno applicare su covid-19. Le medie imprese subiranno un duro colpo, penso al settore della ristorazione che perderà i posti a sedere. C’è attesa per capire quali saranno le nuove visioni del turismo”.
“Sono grato a tutti gli intervenuti per il contributo d’idee che hanno offerto e che costituisce – ha concluso. Toti Piscopo – la sintesi di un pensiero diffuso sul quale stiamo lavorando a più mani per individuare un percorso possibile di collaborazione sia con i soggetti pubblici che privati, ampliando gli orizzonti e puntando sulle opportunità da cogliere e da creare, appartenendo a quella scuola di pensiero che vuole coltivare ed elevare anche la cultura d’impresa. E’ il nostro modo per farci gli auguri”.