Allarme turismo nella provincia trapanese. I fattori di riempimento delle principali strutture ricettive (fatta eccezione per qualche località e per alcune tipologie turistiche) sono crollati – con cali che oscillano tra il 20 e il 50% -, così come i flussi turistici complessivi – in particolare quelli internazionali – e la media dei giorni di permanenza. Lo rileva Paolo Salone, portavoce di Turismo e Territorio "Movimento per lo sviluppo della riviera Trapanese".
"Nonostante la sbandierata attenzione costante verso le esigenze di questo settore (da parte di interlocutori e rappresentati politici di tutti gli schieramenti e a tutti i livelli), – scrive – il settore turistico trapanese è ufficialmente entrato in crisi. Le cause sono molteplici. Sul fronte interno vanno segnalate: l'assoluta mancanza di una programmazione di eventi di livello internazionale, soprattutto in periodi di bassa e media stagione (fatta eccezione per San Vito lo Capo); il disinteresse dei Comuni e l'incapacità di risollevare le sorti dell'aeroporto di Trapani, che dalla crisi libica in poi (momento in cui la società di gestione dello scalo di Palermo ha "scoperto" Ryanair e messo in atto una strategia ben precisa per dirottare a tempo indeterminato svariati collegamenti sul proprio aeroporto) ha iniziato a perdere inesorabilmente passeggeri, in particolare quelli con provenienza straniera; la mancanza di politiche di sviluppo delle infrastrutture (ad oggi, nonostante le nostre segnalazioni, manca un collegamento pubblico di linea tra la città di Trapani e la Riserva delle Saline, i collegamenti con l'aeroporto di Palermo si contano sulle dita di una mano, quelli con le Isole minori sono in continua riduzione); la scarsa cura/attenzione verso la tutela del nostro territorio, la fornitura dei servizi di base (come la distribuzione idrica, soprattutto nei Comuni dell'agroericino, dove l'acqua viene fornita ad intervalli di 15-20 giorni) e la fruibilità delle spiagge; l'inadeguatezza delle politiche di promozione pubblicitaria; il mancato avvio dei distretti turistici, creati solo formalmente, che al momento appaiono solo come delle scatole vuote senza risorse da utilizzare a fini politici.
Nonostante tutto – aggiunge – gli investimenti nel settore non accennano a diminuire. Aumenta costantemente il numero di posti letto in tutta la Provincia (e in particolare a Trapani e dintorni), in alcuni casi anche in modo estremamente qualificato. Negli ultimi mesi sono stati inaugurati anche diversi punti di informazione turistica privati, nuovi autonoleggi, ristoranti tipici, etc. A Trapani è sorto anche un Comitato degli operatori del centro storico. In altre parole è in atto un graduale processo di diversificazione che vede gli imprenditori, fra l'altro, impegnati anche nel sostituirsi alla pubblica amministrazione nel fornire i servizi che in questi anni non ha saputo o voluto prestare. E se questo fenomeno di sviluppo e di diversificazione è certamente positivo, in quanto dimostrazione concreta delle potenzialità di un territorio in crescita, dall'altro non fa che acuire le nostre preoccupazioni. Rischiamo, laddove perdurasse lo scenario attuale, di realizzare i presupposti affinchè in un futuro prossimo si materializzi una vera e propria"bolla" del turismo locale, pronta a scoppiare con tutte le conseguenze del caso.
In uno scenario del genere – conclude Salone – il settore turistico trapanese è ad una svolta: qualora non si investisse seriamente e in modo programmato nella risoluzione delle criticità che lo contraddistinguono la nascente industria turistica sarà destinata a disciogliersi come neve al sole".
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