sabato, 23 Novembre 2024

A Catania il museo dell’Etna diventa realtà

L’Etna avrà finalmente il suo museo. Sarà realizzato a Catania, nell’ex ospedale Vittorio Emanuele, secondo i più moderni standard museali, suddiviso in sei diversi settori, con installazioni e tecnologie interattive e spazi didattici. La struttura, su una superficie di ottomila metri quadrati, consentirà un’immersione a 360 gradi nel mondo del vulcano attivo più alto d’Europa. Il progetto vincitore della procedura pubblica curata dal Dipartimento regionale tecnico tramite il Genio civile etneo è firmato dallo studio Guicciardini & Magni di Firenze, che vanta un’ampia esperienza nella progettazione museale.

“Il museo dell’Etna – ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci – è l’infrastruttura culturale più importante per la città da venti anni a questa parte, da quando nel 2001 furono realizzati il museo dello Sbarco e il museo del Cinema. L’idea di realizzare un grande museo dedicato al vulcano rientra nella programmazione di nuovi spazi museali della Regione Siciliana. Abbiamo deciso di ospitarlo, d’accordo con il Comune di Catania, nel luogo che ci sembrava più adatto non solo dal punto di vista architettonico ma anche filologico, perché lambito dalla colata lavica del 1669: l’ex ospedale Vittorio Emanuele II. La struttura, dismessa da un anno, sarebbe potuta diventare un luogo di degrado e, invece, abbiamo subito deciso di destinarlo a spazio culturale e luogo di aggregazione per visitatori e per la città”.

Il governo regionale ha destinato 13 milioni di euro per la realizzazione del museo dell’Etna nella parte centrale dell’edificio prospiciente la via Plebiscito. Altri 12 milioni sono destinati ai due corpi laterali, che saranno destinati a campus universitario e laboratori dell’Accademia di Belle Arti. Lo studio di architettura vincitore della procedura entro novembre dovrà consegnare il progetto esecutivo, così da bandire e aggiudicare la gara entro la primavera 2022. Da allora si prevede di avviare i lavori e completare l’opera in circa due anni.

“Per la città – ha aggiunto il sindaco di Catania, Salvo Pogliese – si avvia un percorso di eccezionale valenza che potrà determinare nuovi flussi turistici. Questa nuova realtà sarà motivo per valorizzare ulteriormente l’incredibile patrimonio Unesco di Catania, col suo barocco, e lo stesso vulcano”.

Il Museo dell’Etna, concepito come spazio di conoscenza e di socialità, sarà un unicum irripetibile, un viaggio affascinante alla scoperta del territorio del vulcano. Il percorso espositivo sviscera i diversi aspetti legati alla ‘Muntagna’, da quelli scientifici a quelli mitologici, artistici e antropologici e prevede sei settori: L’Etna tra scienza e mito; L’uomo e il vulcano; Musica, letteratura e cinema; Osservando il vulcano; Usi e costumi del territorio etneo.

Le due corti interne, “La corte del Vulcano” nell’ala Est e la “Corte dei Liotri” nell’ala Ovest, costituiranno i fulcri espositivi del museo. Nella prima verrà realizzato un modello sospeso del vulcano, videomapping e giochi di luce mostreranno i processi che avvengono all’interno dei condotti magmatici, mentre tappeti interattivi riprodurranno lo scorrimento di un fiume lavico; la seconda corte vedrà l’installazione interattiva “In volo sul paesaggio etneo”: un pavimento con video led simulerà un volo sopra l’Etna, in alto ci sarà un’istallazione con piccoli liotri sospesi, sulle pareti multiproiezioni immersive con immagini del paesaggio etneo.

La grande corte interna del Museo, con una copertura leggera in acciaio e vetro, sarà uno spazio aperto alla città. L’edificio, al piano più alto, sarà rivestito da una nuova “pelle” che si ispira alla muratura a vista in mattoni e pietra lavica dell’ex Monastero dei Benedettini. Nelle ore serali, il rivestimento sarà illuminato con una luce calda e morbida, dall’intensità regolabile a seconda degli eventi, diventando una lanterna che irradia la propria luce sulla città.

E sempre a Catania Musumeci ha inaugurato la mostra sulla eruzione del 1669 dal titolo “Etna 1669. Storie di lava” ospitata nel Palazzo centrale dell’Università. Voluta e finanziata dalla Regione Siciliana, la mostra conclude la rassegna di eventi, realizzati nel corso del 2019, per ricordare i 350 anni dalla straordinaria eruzione dell’Etna, tra le più estese e documentate nella storia, ancora presente nella memoria collettiva. Il percorso espositivo ripercorre la storia del fenomeno eruttivo, documentato nelle cronache del tempo, descrivendo lo stravolgimento del territorio etneo e le conseguenze sugli abitanti. In mostra preziose opere salvate dalla popolazione in fuga al sopraggiungere della lava, cronache del tempo, un ricco patrimonio documentale, artistico e scientifico, in parte inedito, e ancora oggi prezioso strumento per la ricerca scientifica del territorio etneo.

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