L’estate degli spettacoli all’aperto in Sicilia rischia di fare la stessa fine della stagione invernale. Se il precetto nazionale prevede la riapertura dal 15 giugno, in Sicilia potrebbero aprire i cancelli dall’8 giugno, ma resta l’obbligo delle misure di sicurezza per le maestranze, i tecnici e i responsabili delle produzioni.
Presidente della Commissione regionale per i teatri delle aree archeologiche è il professore Filippo Amoroso che manifesta le sue perplessità in merito. “Penso alle problematiche degli spettacoli – afferma Amoroso – che vanno aggiunte a quelle del patrimonio monumentale della Regione, che è immenso. Esempi? Le navette che devono salire al Teatro di Segesta, i costi della comunicazione che restano invariati, i costi di produzione per i concerti previsti a Siracusa, il 10 luglio per Nicola Piovani e il 30 agosto l’opera di Mircea Cantor, che prevede la presenza degli allievi dell’Accademia dell’Inda, iniziative meravigliose, ma con un pubblico consentito di 480 spettatori”.
Quali potranno essere, in queste condizioni, i ricavi? Amoroso lancia una proposta: “Proprio per le difficoltà del momento ritengo che si debba pensare a nuove strategie, unire le forze degli assessorati ai Beni Culturali, al Turismo e alla Pubblica Istruzione. E’ urgente investire sul pubblico oltre che sulle produzioni, coinvolgere le scuole e pensare a un utilizzo degli spazi anche a settembre e ottobre. E inoltre contenere le norme di sicurezza delle aree archeologiche che sono veramente infinite”.