Dopo la Venere arriva direttamente da Malibù al Museo di Aidone anche la Testa di Ade. Un reperto trafugato alla fine degli anni Settanta e venduto al Getty dal collezionista newyorchese Maurice Tempelsman per 500 mila dollari. Raro e pregiato, un unicum nel suo genere, sia per il tipo di materiale utilizzato, assai fragile, sia per le consistenti tracce di policromia, rosso mattone nei capelli e blu nella barba – che valsero alla testa il soprannome Barbablù – il reperto è una testa in terracotta policroma, di epoca ellenistica, raffigurante molto probabilmente il dio greco Ade. Pare che la collocazione originaria della Testa di Ade fosse il santuario di Demetra, sito all’interno del parco archeologico di Morgantina.
Soddisfazione è stata espressa da Carlo Vermiglio, assessore dei Beni culturali della Regione siciliana. “Oggi dobbiamo solo goderci questo momento e sul futuro dell’opera d’arte assicuro che avrà il giusto e meritato risalto all’interno dei nostri beni culturali”.