giovedì, 19 Dicembre 2024

Patti, sopralluogo di Samonà all’antica Fornace dopo il crollo

Dopo il rovinoso crollo avvenuto nei giorni scorsi, sopralluogo all’antica Fornace di Patti da parte dell’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, assieme al sindaco di Patti, Mauro Aquino e l’assessore alla Cultura, Cesare Messina, i tecnici della Soprintendenza Osvaldo Prestipino e Antonello Pettignano, il rappresentante dell’ufficio di gabinetto dell’assessore Samonà, Nino Testa.
La Fornace, bene vincolato sin dagli anni ’80 dalla sezione etno-antropologica della Soprintendenza di Messina per il valore di testimonianza storica, si trova nell’area urbana della città e rappresenta una delle ultime espressioni di archeologia industriale della zona.
Di proprietà di privati, già dal 1985 è stata sottoposta a vincolo in virtù del riconosciuto interesse storico-artistico ed etnoantropologico quale significativa testimonianza della locale tradizione artigianale nella produzione delle ceramiche. Già al momento dell’apposizione del vincolo era stato rilevato lo stato di degrado per il quale la proprietà era stata invitata ad intervenire. Sul bene, che ha una particolare rilevanza per la memoria della comunità, il Comune ha già deliberato l’acquisizione.
“L’Antica Fornace di Patti – ha detto Samonà – rappresenta una testimonianza preziosa dell’economia del territorio sulla quale intendo porre massima attenzione consapevole del valore storico e simbolico che la produzione ceramica ha rappresentato per il territorio di Patti e tutta l’area nord-orientale della Sicilia. La proprietà privata del bene e l’interesse manifestato dal Comune all’acquisizione sono elementi importanti da approfondire per una pianificazione dei possibili interventi.Con il sindaco Aquino sono in corso interlocuzioni per individuare le migliori soluzioni nell’interesse del territorio”.
“Dall’indagine effettuata – ha affermato la Soprintendente di Messina, Mirella Vinci – abbiamo rilevato che il crollo ha inciso sull’area perimetrale mantenendo inalterato, seppur precario, lo stato della struttura produttiva della quale è possibile vedere ancora le due elevazioni interne”.

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