venerdì, 22 Novembre 2024

Un progetto per far scoprire Villa Romana ai bambini

L’iniziativa illustrata oggi a Piazza Armerina: presenti anche ragazzi provenienti da Lampedusa

A pochi mesi dalla fine dei lavori di restauro della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, previsti per la primavera del 2012, parte il progetto di intercultura "Abbracciamo un Sorriso". L'iniziativa, in collaborazione tra l'assessorato regionale dei Beni culturali, il parco archeologico della Villa romana del Casale, la Diocesi e il Comune di Piazza Armerina, intende $avvicinare alla Villa i bambini del Mediterraneo e del mondo, attraverso la creazione di schede didattiche in lingua, scaricabili via web, che vogliono diffondere, soprattutto nei villaggi, la conoscenza di un'arte che i lontani antenati dei bambini africani hanno contribuito a far crescere.
"Il progetto – ha osservato l'assessore regionale dei Beni culturali, Sebastiano Missineo – non si limita solo alla conoscenza della Villa del Casale ma propone laboratori interculturali attraverso i quali i bambini potranno realizzare le loro opere e vivere in socialità partecipando alle attività".
"Il compito della Villa – ha spiegato Guido Meli, direttore del parco archeologico della Villa del Casale – sarà quello di agevolare lo scambio delle conoscenze, così come avveniva in passato. In età romana, nei pressi della Villa, vi era una mansio che, oltre a produrre grano per l'impero, consentiva al viandante, proveniente da ogni parte del globo conosciuto, di sostare e riposarsi prima di riprendere il cammino. Oggi, l'obiettivo ambizioso è di fare della Villa Romana del Casale, restituita alla fruizione dopo i restauri, una sorta di stazione di servizio di divulgazione della cultura dei popoli".
L'iniziativa sarà presentata oggi pomeriggio, martedì 20 dicembre, alle 15.30 alla Villa Romana del Casale. All'incontro parteciperà un gruppo di ragazze e ragazzi africani provenienti dagli sbarchi di Lampedusa, attualmente ospitati nel territorio ennese, per far conoscere loro la Villa e raccontare delle comuni radici culturali.

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