La Turchia guarda con interesse al porto di Palermo, in particolare per il progetto di sviluppo del terminal crociere ma anche per le aree dedicate alle navi ro-ro (per rotabili). Rumors sempre più insistenti parlano di un interessamento e turco, e segnatamente della Global ports holdings di Istanbul, per lo scalo siciliano.
Un interesse, peraltro non sorprendente, scrive il Sole 24 Ore, visto che la Gph controlla già diverse società di gestione di terminal crociere in Italia. Detiene, infatti, il 70% della Cagliari cruise port, il 62% della Catania cruise terminal e il 51% della Ravenna terminal passeggeri.
Ma il colosso turco è anche nel consorzio che controlla il 53% della Venezia terminal passeggeri (Vtp). La quale, a sua volta, vanta una partecipazione nella Brindisi cruise port.
Ad attirare l’attenzione della Gph su Palermo sarebbe stato il progetto di sviluppo dei terminal per le crociere e per le navi ro-ro messo a punto dall’Autorità di sistema portuale del Mar di Sicilia occidentale, guidata da Pasqualino Monti.
A gennaio, in effetti, l’Adsp siciliana ha bandito un concorso internazionale di idee per la progettazione dei nuovi terminal crociere, passeggeri e ro-ro a Palermo. Il 20 aprile scadrà il termine ultimo per ricevere gli elaborati. Il vincitore del concorso riceverà un premio da 77mila euro e l’Adsp si riserva la facoltà di affidargli le successive fasi di progettazione, per un importo di 3,27 milioni. Il costo complessivo delle opere ammonta, invece, a circa 70 milioni. L’obiettivo, almeno per quanto riguarda le crociere, è di creare un homeport (porto capolinea) capace di far sostare più a lungo le navi (attualmente siamo sulle 4 ore al giorno, che potrebbero salire a 9) e aumentare la movimentazione di passeggeri (col funzionamento in sinergia delle banchine di Palermo, Trapani e Porto Empedocle, per le navi più piccole) dagli attuali 400mila a 1,2 milioni l’anno.