Dall’enogastronomia agli eventi: cosa ci attende in Sicilia nei mesi più freddi


La Sicilia arriva all’autunno-inverno 2025 con un bilancio dell’estate e della prima parte dell’anno che lascia segnali contrastanti. Da un lato, la regione continua ad affermarsi come destinazione internazionale di rilievo, con un forte interesse straniero verso le località più note, la gastronomia, la cultura e i borghi.
Dall’altro lato, in alcune aree – soprattutto nella Sicilia orientale – si registrano cali nelle presenze turistiche, con difficoltà di mantenere stabile la domanda domestica e differenze marcate tra zone costiere, interne e montane.

Partendo da questi presupposti, proviamo a capire cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi e quali potrebbero essere le tendenze per l’autunno-inverno 2025/26.

Con la Sicilia nominata “Regione Europea della Gastronomia 2025”, gli eventi legati ai prodotti tipici (vini, ortaggi, pesce, agrumi, dolci locali) avranno un ruolo centrale. Sagre autunnali come quelle delle castagne, dei funghi e delle nocciole, o ancora l’Ottobrata Zafferanese vedranno una domanda crescente, sia da turisti nazionali che stranieri.

Contestualmente si consoliderà l’interesse verso luoghi fuori dalle mete “di massa”: borghi storici, percorsi naturalistici, itinerari culturali meno noti visto che il turista continua a cercare autenticità e contatto con il patrimonio culturale locale.

Anche per quanto riguarda gli eventi culturali diffusi, il calendario autunnale è particolarmente ricco: festival itineranti come Le Vie dei Tesori che da settembre a novembre toccheranno molte città e borghi siciliani; mostre, rassegne musicali e teatrali senza dimenticare gli ultimi mesi di Agrigento capitale della cultura.

Un punto a favore della Sicilia potrebbero giocarlo anche le temperature miti che potrebbero influenzare l’esperienza turistica consentendo agli operatori di puntare su offerte “miste” che permettano di passare agilmente tra mare, borghi, natura.

Tirando le somme, si prevede che l’autunno 2025 possa chiudersi con una tenuta o leggero aumento rispetto all’autunno-inverno 2024, soprattutto per le località con offerta culturale, eno-gastronomica o naturalistica ben strutturata. Previsto un probabile ulteriore incremento, specie da paesi del Nord Europa, Stati Uniti e Regno Unito, attirati da clima mite, bellezza del paesaggio, cucina, patrimoni Unesco e borghi. Per quel che riguarda la domanda italiana, restano le sfide nel convincere il turista nazionale a spostarsi nei mesi di bassa stagione: promozione locale e incentivi potrebbero essere decisivi.

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