Marcia indietro della Regione siciliana sulla durata della stagione balneare 2014. In seguito alle proteste sul decreto che riduceva di ben due mesi l'autorizzazione ai circa duemila stabilimenti in riva al mare sull'Isola, l'assessore alla Salute Lucia Borsellino ha deciso di rimettere le cose a posto, autorizzando le aperture dal 16 aprile al 31 ottobre. La stagione balneare si accorcerà dunque di sole 2 settimane e non 2 mesi, rispetto all'apertura fissata per il 2013 al primo aprile.
Apprezzamento è stato espresso dalla Fiba Confesercenti Sicilia. "Sarebbe stato imperdonabile – sostiene Salvo Basile, coordinatore regionale Confesercenti Assoturismo – vista la crisi, perdere questa opportunità per promuovere al meglio il nostro patrimonio costiero, una ricchezza singolare che le migliaia di strutture balneari concorrono a rendere, con i loro servizi, ancora più unica e accessibile".
A Palermo però per gli stabilimenti balneari la stagione è ancora in bilico. Palazzo delle Aquile, infatti, dal 2005 a oggi non ha mai approvato il così detto Pudm, ovvero il Piano di utilizzo del demanio marittimo, in assenza del quale il Comune non avrebbe potuto concedere, e non potrà farlo neanche per quest'estate, l'autorizzazione ad aprire e la conseguente riscossione degli oneri accessori edilizi. Il piano deve ancora approdare a Sala delle Lapidi e poi andare alla Regione.
Ma secondo l'assessore comunale alle Opere pubbliche Tullio Giuffrè, c'è poco da temere: "In Sicilia solo il comune di Terrasini ha approvato il piano, non credo che la stagione balneare si blocchi".
Fiato sospeso dunque per 18 operatori balneari del palermitano: dalla Italo Belga a La Marsa, dallo stabilimento La Torre all'Ikebana, passando per L'Ombelico del mondo e altri locali sul lungomare dell'Addaura.