Restano sotto sequestro i beni dell’imprenditore di Marsala, Michele Licata, tra cui figurano il ristorante Delfino, il Delfino Beach hotel, il complesso Baglio Basile (albergo e ristoranti) e l’agriturismo La Volpara, dal 2015 gestiti in amministrazione giudiziaria.
Su ricorso della Procura di Trapani, la V sezione penale e per le misure di prevenzione della Corte d’appello di Palermo ha sospeso l’esecutività del decreto con cui la sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani aveva disposto il dissequestro e la restituzione all’ex imprenditore leader del settore ristorazione-alberghiero, di una parte dei beni.
Il maxi-sequestro (beni per circa 127 milioni di euro) fu la più imponente misura di prevenzione patrimoniale per “pericolosità fiscale” a livello nazionale. L’evasione fiscale contestata al “gruppo Licata” (Iva e tasse non pagate tra il 2006 e il 2013) è stata stimata da Procura e Guardia di finanza in circa 6/7 milioni di euro, mentre i finanziamenti pubblici per la realizzazione di alberghi e ristoranti “indebitamente” percepiti ammonterebbero a circa quattro milioni di euro.
Al momento, quindi, nulla viene restituito all’imprenditore marsalese, che in primo grado, il 2 dicembre 2016, è stato condannato a 4 anni, 5 mesi e 20 giorni di reclusione non solo per evasione fiscale ma anche per truffa allo Stato e malversazione.