lunedì, 23 Dicembre 2024

I distretti chiedono dialogo e collaborazione alla Regione

La ricerca di un dialogo, di un'interlocuzione serrata, di una regia da parte dell'assessorato regionale al Turismo. Ecco cosa hanno chiesto i rappresentanti dei distretti turistici che stamattina hanno partecipato al Focus "Distretti turistici: essere o non essere?" che si è svolto ai Cantieri culturali della Zisa di Palermo.

"Le Dmo – ha sottolineato Christian del Bono coordinatore distretto Isole e arcipelaghi di Sicilia riprendendo l'intervento di Alessandro Rais – hanno un senso all'estero e hanno attecchito laddove la pianificazione turistica, che in Italia non esiste, ha un valore e un senso ed esiste già nel loro strato culturale. Dunque, la Regione dovrebbe fare sforzo in più. Come distretti avremmo avuto bisogno che creasse dei modelli, un modello di dmo da plasmare sulle peculiarità del territorio. Magari anche individuando i meccanismi di autofinanziamento. Oggi, invece, i territori non sono pronti, l'interlocuzione pubblico-privato avviene in maniera scorretta, non in maniera sistematica. Se i distretti devono diventare strumenti di organizzazione del territorio, il loro modello deve essere calato dall'alto, non dico la progettazione. Solo la Regione di concerto con i territori può concepire questo modello che va oltre l'assegnazione dei fondi. Il distretto deve tendere al dmo, ma dobbiamo capire come arrivarci. I distretti da soli non sono in grado di autogestirsi. La dmo può funzionare in Trentino, Galles, Australia, Usa, ma in Sicilia ci vuole accompagnamento".

Vincenzo Camilleri del Distretto Valle dei Templi ha lanciato un appello "per sedersi insieme e discutere. Occorre dovuta attenzione ai territori da parte della Regione".

Secondo Rosario Lapunzina, sindaco Cefalù in rappresentanza del Distretto del mare, "il bando deve essere un'occasione per avviare nel migliore dei modi la fase di start up. Dal canto suo, la Regione deve darsi un brand, farci partecipare alle fiere senza sovrapposizione di risorse da spendere, risorse che tra l'altro, sono sempre poche.  Il distretto deve avere autonomia gestionale, deve avere i soldi, anche se il rapporto pubblico-privato è difficile". 

"I distretti – ha spiegato Angelo Miccichè presidente distretto Turistico Cefalù-Madonie-Himera – sono un'occasione che può concretizzarsi se mettiamo insieme nella maniera corretta pubblico e privato. La libertà di organizzarsi doveva avere un limite, ci volevano regole più strette e precise. Noi abbiamo iniziato subito: nel dicembre 2010 abbiamo preparato due educational e abbiamo invitato 20 operatori e giornalisti stranieri e sono stati gli stessi operatori a offrire ospitalità anticipando 7 mila euro. A febbraio 2012 abbiamo predisposto una guida sui comuni e le strutture ricettive del distretto che però ha ricevuto il veto assoluto dalla parte pubblica del distretto, e ci siamo dovuti fermare. Per noi il distretto però è stato un freno perché abbiamo dovuto bloccare l'attività del nostro consorzio".

Anche Salvatore Lo Biundo, sindaco Partinico del distretto del Golfo di Castellammare, ha chiesto "collaborazione e sinergia costante e fattiva con la Regione e una cabina di regia per portare avanti le peculiarità dei vari distretti in vista dell'Expo2015 con maggiori tavoli e incontri per arrivare a un percorso di sviluppo serio della Sicilia".

"Abbiamo perso tre anni – ha osservato Nicola Farruggio, presidente Palermhotels – ora siamo all'erogazione di questo finanziamento, che è stato troppo atteso, e abbiamo sbagliato. Dobbiamo cambiare direzione: il progetto distretto che altrove avrebbe già raccolto i risultati auspicati, oggi deve essere rivisto. La Regione deve essere garante, noi da soli non ce la facciamo. Questa simbiosi tra pubblico e privato non c'è mai stata, hanno tempi diversi, l'imprenditore vuole fare subito mentre il sindaco ha tempistiche più lente. Ancora non siamo maturi. Dobbiamo lavorare insieme. L'assessorato deve creare una commissione per lavorare insieme ai distretti che, nati per necessità e nella confusione, non sono riusciti a organizzarsi. A questo punto l'unità è necessaria altrimenti non ci sarà neanche un futuro per i distretti".

Secondo Attilio Licciardi, sindaco di Ustica, "dobbiamo riprendere lo spirito che ha animato il distretto, ovvero la scommessa del binomio pubblico privato e della programmazione dal basso. I distretti non nascono per i bandi. Ma ora i bandi diventano il vero banco di prova: chi fallirà nella fase attuativa avrà fallito in tutto. Si vedrà nei risultati che ciascun distretto riuscirà a ottenere, nell'aumento di presenze e nella creazione di nuovi posti di lavoro". 

"Oggi abbiamo necessità di uniformarci – ha detto Caterina Borruso del distretto Sicilia occidentale – trovare uno spunto unico, non tanto per la gestione quanto nella forma. Dalla regione ci aspettiamo un'indicazione chiara anche da questo punto di vista".

"Nel nostro distretto – raccontato Antonio Barone del distretto turistico Selinunte, Belice e Sciacca Terme  – abbiamo stabilito chi fa chi e cosa. Il salto di qualità che dobbiamo fare è innanzitutto culturale. Serve collaborazione con gli operatori per crescere e magari attivare anche una sinergia con Baleari e Malta che oggi sono molto più avanti di noi in campo turistico".

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