La Sicilia lascia la zona rossa per entrare in quella arancione a partire da lunedì 1 febbraio. E’ quanto prevede la nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia. In area arancione anche Puglia, Sardegna, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano. Tutte le altre Regioni e Province Autonome in area gialla. Restano comunque vietati gli spostamenti fra le regioni, a prescindere dal colore, fino al 15 febbraio, come previsto dall’ultimo decreto approvato dal governo Conte, se non per motivi di necessità, lavoro o salute.
“Abbiamo vinto, abbiamo ottenuto il risultato che volevamo. Quando abbiamo chiesto la zona rossa avevamo circa 2.000 contagi al giorno, 60-70 morti al giorno e un Rt di 1,25. C’erano tutti gli elementi per una degenerazione dei contagi. Dal 17 al 31 gennaio abbiamo ottenuto il risultato che volevamo, oggi i contagi sono più che dimezzati”, ha commentato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci a Titolo Quinto su Rai 3.
“La Sicilia da lunedì è in zona arancione. Ma ora è necessario spingere per fare in modo che le aree territoriali a basso indice di contagio possano passare al giallo, così da consentire alle attività commerciali di respirare un poco”, sottolinea il presidente vicario Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, ricordando che lunedì 1 febbraio, dopo la firma del ministro Speranza, sarà possibile per i centri commerciali rimanere aperti durante la settimana, chiusi nei giorni prefestivi e festivi. Aperti, invece all’interno, in ogni caso, farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie, edicole, librerie, vivai. I bar saranno aperti ma vietato consumare all’interno. Idem per i ristoranti. Dalle 5 alle 18 permesso l’asporto di cibi e bevande da tutti i locali, dalle 18 alle 22 solo dai locali con cucina. Consegna a domicilio senza limiti di orario. Non sarà possibile consumare cibi e bevande in strade e parchi dalle 18 alle 5. Riaprono tutti i negozi ma restano chiusi i musei, le mostre, le palestre, le piscine, i cinema. Non riaprono ancora sale giochi e sale scommesse. Per le violazioni, sanzioni da 400 a mille euro, ridotta se si paga entro cinque giorni.
“Per risalire la china – aggiunge Manenti – è indispensabile puntare maggiormente sul settore terziario a cominciare dal turismo. E poi è necessario andare avanti con i ristori rapportati alle perdite di fatturato del 2020. Oltre ai ristori ed aiuti adeguati e congrui, chiediamo maggiori controlli per evitare assembramenti incontrollati. Ciò al fine di evitare il continuo stop and go di tutti gli esercizi pubblici. L’auspicio è di una collaborazione sempre più stringente con il governo regionale per la definizione di eventuali misure di contenimento destinate a non penalizzare e discriminare le categorie. Il confronto serve per non cadere sempre negli stessi errori e per ripartire tutti in sicurezza”.