L’Etna dà spettacolo ma occorre garantire fruizione sicura
18 Febbraio 2025, 12:25
L’Etna in eruzione è uno spettacolo della natura: un vulcano in attività con flussi lavici incandescenti che emergono da una frattura a quota 3.050 metri, apertasi alla base della Bocca Nuova il 6 febbraio scorso, come una ferita sul bianco della neve, arrivando a quota 1.850 metri, sul versante sud-ovest. Da uno dei crateri sopra quota 3.000 metri, il Sud-Est, continua l’emissione di cenere lavica che ricade sui paesi etnei. Quella in corso sull’Etna è una spettacolare eruzione sommitale confinata in zone isolate, resa ancora di più attraente dai social con la pubblicazione di video e immagini ripresi da posizioni più o meno sicure o con dei droni.
E’ uno spettacolo di grande fascino e tutti vogliono un posto in prima fila. Scatta così l’assalto al vulcano attivo più alto d’Europa e con le strette strade provinciali dell’Etna intasate da auto, bus, moto e ogni tipo di mezzo di trasporto. Ed escursionisti, professionisti o improvvisati, italiani e stranieri, salgono soprattutto di sera, quando il rosso della lava incandescente spicca ed esalta lo spettacolo rendendolo ancora più unico ed emozionante, ma anche più pericoloso. A lanciare l’allarme è il capo dipartimento della Protezione civile della regione Siciliana, Salvo Cocina, che ha comunicato la sua preoccupazione sulla “situazione di rischio al prefetto per attivare le Forze dell’ordine e la polstrada”. Lo fa sui canali social del dipartimento, pubblicando foto delle piste dell’Etna battute soprattutto la sera.
“Centinaia di persone, quasi tutte ben attrezzate e ben accompagnate dalle guide alpine e vulcanologiche – si legge nel post di Cocina – osservano l’eccezionale fenomeno, ma domenica pomeriggio c’è stato un afflusso costante dalla strada provinciale 92 e dalla strada Milia di un migliaio di persone, posteggio selvaggio ai margini delle strette strade, blocco della circolazione a piano Vetore e impossibilità di passaggio dei mezzi di soccorso”. La Protezione civile regionale ha attivato quattro sue associazioni di volontariato, da Belpasso, Ragalna, Nicolosi e Adrano per “dare assistenza alla popolazione e per indurre gli automobilisti a non percorrere le strade già intasate”.
“Il tema – spiega Cocina – è quello di coniugare le esigenza di fruizione del vulcano con quelle di sicurezza”. E anche di soccorrere infortunati sull’Etna, col rischio, per esempio, che l’ambulanza non possa arrivare sul posto o non possa dirigersi verso un ospedale perché la strada provinciale è bloccata.
“Le recenti ordinanze sindacali, complice la totale assenza di controlli, non hanno portato naturalmente ad alcun cambio di situazione ed ogni notte sull’Etna si verificano molteplici interventi di soccorso e gruppi di persone disperse o gravemente infortunate che vedono le squadre di soccorso impegnate da notte fonda all’alba”, si legge in una nota del servizio regionale Sicilia del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas), che invita al “totale e puntuale rispetto delle ordinanze emesse dai sindaci dei territori interessati dall’evento”.
“Il fronte lavico infatti – sottolinea il Cnsas – continua ogni notte ad essere preso d’assalto da migliaia di persone che in maniera inadeguata ignorano la pericolosità dell’evento e i rischi dell’ambiente innevato ghiacciato e frequentato in orario notturno, peraltro in assenza di competenze”. I soccorritori – sul posto anche vigili del fuoco e il Sagf – hanno salvato un folto gruppo di persone che si era disperso nell’area a valle del Rifugio ed un uomo di 48 anni residente a Gravina di Catania che ha riportato una frattura del piede a causa di una caduta. “Interventi – aggiunge il Cnsas – che si sommano al malore di una persona e a quattro dispersi”.