Il prezzo di partenza per il Ponte sullo Stretto di Messina passa da 6,1 miliardi di euro a 7,865 accertati con la possibilità concreta di arrivare a 9 da qui alla Conferenza dei servizi: lo prevede il progetto definitivo, al momento è all'esame dei dodici componenti del comitato scientifico della società Stretto di Messina (Sdm), che dovrà essere approvato a maggio. E' quanto si legge in un'anticipazione del settimanale l'Espresso in edicola oggi.
"Già cosi si sta parlando di un 50% in più prima dell'apertura dei cantieri", scrive l'Espresso, che va nel dettaglio: "Ci vogliono 6,1 miliardi di euro per il ponte vero e proprio. Di questi, soltanto 1,65 miliardi sono disponibili. Altri 850 milioni sono necessari per opere complementari (zero disponibili), 289 milioni per opere connesse (5 milioni disponibili), 600 per i nodi urbani (4 milioni disponibili) e 26 milioni per la variante di Cannitello (tutti disponibili). Insomma, basta trovare 6,18 miliardi di euro, senza illudersi che i privati si interessino di un investimento in pura perdita, e il gioco è fatto".
In questa partita si inserisce anche il ruolo di Rete ferroviaria italiana, del gruppo Fs, su cui grava "oltre la metà del nuovo incremento dei prezzi". Ma la recente decisione di Rfi di acquistare una nuova nave per i collegamenti sullo Stretto, sostiene il settimanale, fa pensare che "evidentemente le Ferrovie, che di Sdm sono socie, al ponte non credono granché".