(di Toti Piscopo) Quest’oggi mi sono svegliato e mi sono sentito più solo, e credo di non essere il solo. Ieri è venuto improvvisamente a mancare Marcello Clausi, direttore ed editore di Cult, stroncato nella notte da un infarto fulminante. Nello stesso modo in cui solo pochi mesi fa analogo destino è capitato a Vito Parrinello, artista amato ed apprezzato di Palermo, e nello stesso giorno in cui un altro grande giornalista, Aldo Biscardi, ha lasciato questo mondo.
Apprendo la notizia da un amico giornalista che, incredulo mi chiede conferma, non sapendo di comunicarmi in anteprima la ferale notizia. Nonostante la sua discrezione, le parole colpiscono come dei pugni allo stomaco e al cervello, e pugni diventano ogni telefonata di richiesta conferma, verifica, informazioni.
Nulla di più ed ordinaria amministrazione quando si verifica nel mondo del turismo e dell’informazione, è consuetudine e buona pratica tra i professionisti dell’informazione. Questa volta è stato diverso, tutti lo abbiamo vissuto in maniera diversa. Forse perché Marcello era diverso. Gli volevo bene come ad un fratello minore, e tutti gli volevamo bene per la sua signorilità, per il suo tratto, correttezza e lealtà, per la gentilezza e la cortesia mai di maniera.
Compagno di strada e splendido compagno di viaggio in cui spesso ci siamo ritrovati per descrivere nuove mete e nuove destinazioni che lui riusciva a raccontare con lo spirito dell’antico viaggiatore, attento ai particolari e a quegli aspetti inediti che fanno la differenza tra un viaggio ed un altro.
Passione e professionalità che ormai trasferiva sul Travel Cult, la nuova impresa editoriale sul web, sorta dalle ceneri di Cult, le cui pubblicazioni erano cessate, e sulle cui pagine, quasi come in un album fotografico, raccontava di una Palermo positiva, a volte mondana, a volte operosa, privilegiando il bicchiere semipieno rispetto a quello semivuoto.
Questo pezzo di Palermo, insieme alla sua incredulità, gli ha già tributato la sua testimonianza di stima ed affetto, in maniera trasversale su tutte le reti e direttamente rendendo omaggio al suo feretro per porgere l’estremo saluto, così come hanno fatto parenti, amici, colleghi.
Molti ci siamo chiesti come si può morire improvvisamente a 47 anni. Fa rabbia, può sembrare ingiusto, o fatalisticamente ci si appella al Destino. Ognuno di noi potrà dare una libera interpretazione secondo la propria sensibilità. E’ bello pensare che Marcello, con la consueta discrezione ed in punta di piedi, abbia voluto affrontare quest’ultimo viaggio per incontrare in Paradiso i Grandi che ci hanno lasciati, accomunati da identico destino come Vito Parrinello, o i Grandi del giornalismo.
Personalmente preferisco pensare che i Grandi siano immortali almeno nel ricordo delle persone di buon senso e in quelle care, particolarmente a Serena, alla piccola Beatrice e ai gemelli Vincenzo e Giorgio, avendo loro lasciato quel patrimonio umano immateriale che potrà lenire il dolore e dare la forza per affrontare la vita di tutti i giorni. A Loro va il mio personale pensiero che ritengo poter esprimere a nome della redazione di Travelnostop.com, dei suoi lettori oltre che del mondo del turismo a cui Marcello aveva dedicato anche tanta attenzione.