Il Ponte sullo Stretto sarà “la più grande operazione antimafia di questi 50 anni, perché dove c’è lavoro, speranza e fiducia la mafia e la ‘ndrangheta non attecchiscono”. Parola di Matteo Salvini, che definisce il progetto di collegamento tra le due sponde di Sicilia e Calabria come “l’opera più green del secolo”. A Messina, a un convegno della Cisl, il ministro per le Infrastrutture taglia il nastro simbolico della Società Ponte dello Stretto che da questo momento entra nella sua piena operatività.
Il ministro assicura che il ponte “costerà al massimo 13 miliardi e mezzo di euro, come indicato nel Def”. Anzi, “conto che possa costare anche di meno. E rilancia l’obiettivo di aprire i cantieri nell’estate 2024. Gran parte del denaro sarà pubblico, “ma – sottolinea Salvini – sono convinto che nei prossimi anni arriveranno tanti investimenti di privati, dall’Italia e anche dall’estero. L’Europa ci aiuterà, il commissario europeo è informato, interessato e affascinato del progetto – aggiunge – Poi conto che la Banca europea degli investimenti una volta che ci saranno tutte le autorizzazioni comprese quelle ambientali ci dia anche una mano finanziaria”.
Proprio nelle stesse ore, l’assemblea dei soci della società Stretto di Messina, ha nominato il nuovo cda. Designati amministratore delegato Pietro Ciucci e presidente Giuseppe Recchi di una società in house, integralmente pubblica, che
vedrà la partecipazione di Rfi, Anas, Regione Siciliana e Regione Calabria e per una quota non inferiore al 51% di Mef e
Mit. Inoltre, in rappresentanza della Regione Siciliana, è stata nominata Ida Angela Nicotra. Avvocato, è da oltre venti anni docente di Diritto costituzionale all’Università di Catania e in passato è stata anche componente dell’Autorità nazionale anticorruzione, della Commissione paritetica Stato-Regione, del Comitato scientifico della Corte dei conti ed esperto della Commissione di studio per le riforme costituzionali della presidenza del Consiglio dei ministri.
“Abbiamo compiuto – sottolinea il presidente della Regione Renato Schifani – è stato compiuto un ulteriore passo verso la modernizzazione infrastrutturale della Sicilia. Il Ponte sullo Stretto non rimarrà una cattedrale nel deserto, perché rappresenterà un grande acceleratore per la crescita e lo sviluppo dei collegamenti stradali e ferroviari dell’Isola. L’opera infatti ripropone il tema dell’alta velocità ferroviaria anche nella nostra regione e il ripristino del corridoio Berlino-Palermo, cancellato in passato dopo la decisione di non realizzare il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria”.