Avevano ottenuto un finanziamento dall'Ue per realizzare uno stabilimento idrotermale con annesse strutture ricettive. In realtà, simulavano con un'articolata serie di artifizi e raggiri un avanzamento dei lavori ben diverso dalla realtà. Alla fine sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza di Patti e il gip del Tribunale di Patti ha disposto il provvedimento di "sequestro preventivo per equivalente", per un valore di circa un milione di euro, equivalente al profitto derivante dalla truffa. Gli indagati sono sette.
Gli espedienti utilizzati si sono concretizzati in autocertificazioni e predisposizione di stato di avanzamento lavori senza che ci fosse stata l'esecuzione/ultimazione reale dei relativi lavori; emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, da allegare a supporto delle false dichiarazioni, gonfiando l'importo delle spese sostenute; effettuazione di apparenti conferimenti societari per dare illusoria consistenza al capitale sociale, a fronte di una incapiente capacità reddituale dei soci che avrebbero operato i versamenti; interposizione di persone giuridiche e fisiche, appartenenti anche al medesimo nucleo familiare, per evitare problemi di incompatibilità nelle società coinvolte e per esteriorizzare diverse movimentazioni di denaro, utilizzando e spostando da una parte all'altra, soltanto gli importi provenienti dalla Regione, in una sorta di "gioco delle tre carte".
Il finanziamento era stato erogato dall'assessorato regionale al Turismo nell'ambito del POR Sicilia 2000/2006. Sulla carta, doveva sorgere, già nel 2009, una struttura dotata di centri termali diagnostico-terapeutici, curativi ed estetici, palestra, campi polivalenti, piscina, con una capiente area ricettiva, ristorante e bar, e con pannelli solari. I sopralluoghi effettuati dai finanzieri hanno invece mostrato lo stato di incompletezza delle opere, l'assenza di diversi impianti, attrezzature o arredamenti, nonché, conseguentemente, la mancanza di qualsiasi ospite o turista.