Ponte sullo Stretto bocciato dalla Corte dei Conti: ira del governo
30 Ottobre 2025, 12:42
La Corte dei Conti dice no al Ponte dello Stretto: i magistrati contabili hanno bocciato la decisione del Cipess di agosto che aveva approvato il progetto definitivo dell’opera. Ma l’esecutivo è determinato ad andare avanti. Dopo il no, la reazione è arrivata immediata. “La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera Cipess è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”, afferma la premier Giorgia Meloni.
Nel governo il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini tuona: si tratta di “una scelta politica e una grave danno per il Paese” e assicura: “andremo avanti. Mi sarebbe piaciuto partire con i cantieri a novembre”, invece “partiremo a febbraio”.
L’altro vicepremier, il ministro degli esteri Antonio Tajani, si dice “esterrefatto”: “Non è ammissibile che in un Paese democratico la magistratura contabile decida quali siano le opere strategiche da realizzare”.
Deluso il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani: “una decisione che sa molto di ingerenza e che rischia di paralizzare l’azione di governo, ostacolando un’opera strategica per lo sviluppo dell’Italia e per il futuro della Sicilia. Un conflitto apparente tra poteri che abbiamo già vissuto e segnalato anche in Sicilia”.
Non nasconde la sorpresa l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci. “Tutto l’iter seguito – spiega – è stato sempre svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del ponte”.
Esulta, invece, l’opposizione. “Grande vittoria dello stato di diritto, Salvini si deve dimettere”, attacca il leader di Avs Angelo Bonelli, tra i principali oppositori dell’opera. “Gravissimo e ignobile che Salvini attacchi la Corte invece di assumersi le proprie responsabilità”, incalza Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente della Camera.
Tra i diversi punti finiti sotto la lente dei magistrati le coperture economiche, l’affidabilità delle stime di traffico, la conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. Le eccezioni sollevate durante l’adunanza della Sezione centrale della Corte, dal consigliere, Carmela Mirabella – secondo quanto si apprende – sarebbero state diverse: tra queste anche quella sulla competenza del Cipess, considerato organo “politico”.
Tuttavia, tecnicamente, anche con il parere negativo della Corte dei Conti il governo può comunque decidere di andare avanti con il progetto.