giovedì, 14 Novembre 2024

Rapita coppia siciliana in Mauritania

Frattini: nessuna rivendicazione ma Farnesina chiede riserbo

E’ siciliana la coppia italiana rapita in Mauritania. Sergio Cicala e la moglie Philomene Kabore erano partiti a fine novembre da Villagrazia di Carini. Dopo una sosta in Mauritania avrebbero dovuto raggiungere in macchina il Burkina Faso, per andare a trovare il figlio dodicenne della donna, originaria del paese. La Farnesina assicura che sono stati attivati tutti i canali diplomatici ma chiede "il massimo riserbo mediatico per assicurare l'incolumità dei rapiti e favorire l'esito positivo della vicenda". Nessuna strada sarà "lasciata intentata", spiega il ministro degli Esteri Franco Frattini annunciando che al momento "non è arrivata nessuna rivendicazione”. Intanto è stato ritrovato il furgone dove viaggiava la coppia. rapita venerdì insieme all'autista ivoriano, in un agguato la cui dinamica – secondo fonti mauritane – ricondurrebbe ad un gruppo terroristico vicino ad al Qaida. E le autorità mauritane sono convinte che i rapiti siano stati portati nelle basi di al-Qaeda nel maghreb islamico nel nord del Mali.
Cicala era partito da Palermo in nave a bordo del suo furgone – megattrezzato per il deserto. Per lui, da sempre appassionato dei viaggi nel deserto, non era la prima volta in Africa. E proprio in Africa, il 3 gennaio del 1994, mentre si trovava in viaggio su una jeep tra Ciad e Niger insieme ad altri turisti, per lo scoppio di una mina, morì la sua compagna di allora, una donna finlandese, Kati Katrin Ilitalo. Lo stesso Cicala rimase ferito. Da quell'incidente scaturì un lungo contenzioso giudiziario perché secondo i partecipanti al viaggio il tour operator non avrebbe gestito bene gli itinerari da percorrere portando i mezzi in zone anche minate. I viaggi in Mauritania sono comunque sconsigliati, “se non sono assolutamente necessari”, sul sito Viaggiaresicuri.it, curato dall'unità di crisi della Farnesina. L'ultimo avviso è stato diffuso l'1 dicembre e dice che "la situazione di sicurezza si presenta particolarmente delicata". Secondo Roberto Corbella, presidente di Astoi, “i due italiani sono giunti in Mauritania con un viaggio individuale". In ogni caso, aggiunge, "abbiamo attivato un nostro operatore sul posto e quanto prima speriamo di avere informazioni più dettagliate su quanto avvenuto". Sono circa 200 gli italiani che ogni anno visitano la Mauritania.

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