venerdì, 22 Novembre 2024

Solo l’industria, ma quella turistica, può rilanciare la Sicilia

“In Sicilia puntare sul settore industriale è una scelta suicida, perché servono tempi lunghi per vedere effetti”. Lo ha detto il vicepresidente di Confindustria in Sicilia Nino Salerno, intervenendo alla presentazione del primo Rapporto dell’Osservatorio sui fondi europei del Centro studi Pio La Torre, che è stato presentato, a Palazzo dei Normanni, a Palermo. “Dobbiamo lavorare con investimenti che servono a completare gli interventi anche nei beni culturali metterli a sistema. Bisogna georeferenziare tutto: siti, flussi industria turistica – ha aggiunto – Se non faremo questo allora si che avremmo fallito”.

Sulla stessa linea di pensiero anche il vicepresidente della Commissione Antimafia, Fabrizio Ferrandelli: “Se piano industriale dobbiamo scrivere per la Sicilia, allora bisogna partire dall’industria della cultura e del turismo, altrimenti è un suicidio. Lo sostengo da sempre: l’enorme patrimonio culturale, le straordinarie risorse ambientali che possediamo devono essere il valore produttivo su cui incentrare la nostra economia. Se apriamo, valorizziamo e pubblicizziamo un sito culturale – ha osservato – attiviamo immediatamente il circuito ricettivo, gastronomico e artigianale producendo un meccanismo a cascata esponenziale. Riqualificare un polo industriale, per esempio Priolo, Augusta o Gela, richiede ingenti somme per mantenere livelli occupazionali modesti e si tratta sempre di piani a scadenza breve”.

Al convegno a Palazzo dei Normanni, era presente anche l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei che ha annunciato: “con gli assessori con delega al Turismo e Beni culturali, stiamo lavorando per aree di priorità di sviluppo, puntando sul turismo, sui siti Unesco e sull’innovazione”.

 

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