venerdì, 3 Maggio 2024

Teatro Massimo, approvato il piano di risanamento 2014-2016

Approvato il piano di risanamento triennale (2014-2016)  per il Teatro Massimo. Secondo quanto previsto dalla legge n. 112 del 7 ottobre 2013 “Valore cultura” e dal decreto “Art Bonus” del 31 maggio 2014,  tutte le Fondazioni liriche commissariate o gravemente indebitate nei due esercizi precedenti, presentando un piano di risanamento triennale, potranno accedere a un fondo speciale di 125 milioni di euro istituito appositamente dal Governo.

 

Il Teatro Massimo di Palermo rientra in questo gruppo di 8 fondazioni (Roma, Bari, Palermo, Genova, Firenze, Trieste, Napoli, Bologna). La richiesta del Teatro Massimo è di 8 milioni di euro, che saranno utilizzati per abbattere la quota capitale dei mutui in essere.

 

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Leoluca Orlando. “L’approvazione del piano da parte del CdI del Teatro Massimo arriva a conclusione di un lungo lavoro seguito da Francesco Giambrone prima come assessore e adesso definito come sovrintendente.”.

 

“Si tratta di un risultato assai significativo – sottolinea il sovrintendente Francesco Giambrone – portato a termine attraverso due accordi unitari con le organizzazioni sindacali. Questo piano garantisce la messa in sicurezza del Teatro sino al 2016, cosa che ci permetterà di lavorare al rilancio delle attività che non potrà prescindere dall’aumento della produzione, dei titoli e delle repliche, da una attenzione costante alla qualità degli spettacoli, al contenimento dei costi e al reperimento di nuove risorse anche da soggetti privati”.

 

Il piano prevede innanzitutto un abbattimento generale dei costi e risultati di bilancio positivi per i prossimi tre anni. L’obiettivo sarà raggiunto tramite l’intervento in due settori: la riduzione del costo del personale e lo stralcio di debiti con banche e fornitori. Inoltre saranno realizzate iniziative legate all’incremento dei ricavi attraverso la partecipazione dei privati, nuove azioni per l’incremento degli spettatori e dei turisti e l’uso razionalizzato di sale e spazi del monumento per eventi non solo programmati dalla Fondazione.

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