lunedì, 23 Dicembre 2024

Dal forno Litria al borgo fantasma, 11 luoghi a Monreale

Per il secondo anno consecutivo Le Vie dei Tesori ritorna a Monreale. “Abbiamo integrato il programma per dare un contributo alla crescita al nostro territorio con un calendario ricco di grandi eventi – spiega il sindaco Alberto Arcidiacono – all’insegna dell’arte. Siamo convinti che Monreale debba tornare al centro della cultura del Mediterraneo“.

Secondo l’assessore ai Beni culturali Letizia Sardisco, “abbiamo ideato un calendario che possa animare la nostra cittadina. L’idea dell’amministrazione, dei nostri partner e dei circuiti a cui abbiamo aderito è quella di ripartire nel rispetto delle normative vigenti. Per il secondo anno l’amministrazione ha confermato la scelta di aderire alle Vie dei Tesori, strumento eccezionale di promozione del territorio”.

Il programma è stato costruito con la Pro Loco, presieduta da Amelia Crisantino, che ha collaborato alla scelta dei siti e al coordinamento dei volontari. “Il festival ritorna a Monreale, e viene anticipato a settembre – interviene il vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, Marcello Barbaro -. E’ una riconferma importante che dimostra la bontà di un progetto radicato sul territorio, che si rivolge sia ai cittadini sia ai turisti, insomma per tutti coloro che cercando un percorso alternativo al pur bellissimo e classico duomo”.

A Monreale sono undici i luoghi da scoprire e riscoprire, scelti con il sostegno del Comune e con l’aiuto logistico della Pro Loco. Ma quello che quest’anno caratterizza il festival, sono le esperienze da fare tra botteghe artigiane e antichi forni: si potranno infatti visitare un laboratorio di mosaicisti nell’antico quartiere della Ciambra e il MAM, il museo dell’arte del mosaico creato dagli studenti del liceo Basile D’Aleo. Oppure scoprire come nasce il famoso “pane di Monreale” curiosando dietro il bancone e nel laboratorio del più antico forno del paese, il Litria. Un’altra esperienza da non perdere è la visita a Borgo Borzellino, uno degli spettrali borghi-fantasma di epoca fascista che vennero disegnati a tavolino per combattere il latifondo, ma non vennero mai abitati: Borgo Borzellino è uno di questi.

Ed eccoci ai luoghi: si parte proprio di fronte al Duomo, dagli stucchi serpottiani della chiesa degli Agonizzanti, che si abbarbica ad una delle torri del sistema difensivo originario normanno. A poca distanza, ecco l’antichissima chiesa di San Vito, che gli storici danno come coeva alla costruzione del Duomo e secondo alcuni addirittura più antica: secondo la tradizione la chiesa sarebbe stata luogo di culto per le maestranze che lavoravano nel cantiere del duomo. E una sorpresa inattesa sarà anche la cappella rurale, a destra del liceo Basile, ma isolata come doveva essere anche al tempo dei Cappuccini di Monreale, tra il 1580 e il 1581. Si passa alla chiesa del Sacro Cuore che nacque per i Gesuiti, poi divenne Educatorio, oggi è la sede dell’Ordine Teutonico di Sicilia; per poi scoprire la storia delle pie donne della Madonna dell’Orto, che scelsero di condurre una vita semi claustrale riunendosi in una comunità e trasformando le case attorno alla chiesa, nelle celle di un convento open air. Il santuario del SS. Crocifisso alla Collegiata vanta sei secoli di storia e se raggiungerete il Calvario delle Croci potrete ascoltare la leggenda dell’apparizione della Madonna Addolorata a fra’ Mariano.
Si passa poi alle ventidue stanze e alla vista mozzafiato di Palazzo Cutò, affacciato sulla Conca d’Oro, ma ci si deve fermare al passaggio alla biblioteca De Torres del seminario arcivescovile. Anche se uno dei segreti meglio nascosti di Monreale è di certo il fondo antico della biblioteca comunale Santa Maria la Nuova, ricco di oltre 10 mila volumi tra manoscritti cartacei e su pergamena, e incunaboli, i primi testi a stampa. L’ultimo luogo, sarà una vera scoperta: all’ICS Antonio Veneziano è nato il piccolo museo mineralogico “Marco Maiorana” che prende le mosse dalla collezione dell’associazione La Tormalina.

Sono state ideate anche tre passeggiate, che condurranno sulla cima di Monte Caputo al famoso Castellaccio; tra vicoli e cortili di Pozzillo e San Vito fino al vicino quartiere dell’Orto oppure si risalirà il corso del fiume Sant’Elia incontrando mulini, “nache” e antichi lavatoi. Prenotazioni sul sito: www.leviedeitesori.com.

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