lunedì, 23 Dicembre 2024

Teatro, musica e incontri: prende il via ‘Settembre al Riso’

Oltre venti appuntamenti per la seconda edizione di “Settembre al Riso”, il cartellone che si apre oggi, mercoledì 1 settembre alle 21 nel cortile del museo di arte moderna e contemporanea affacciato sul Cassaro, a Palermo. Sul filo dell’identità isolana si muovono infatti tutti gli spettacoli, teatrali e musicali, e gli incontri che sono stati scelti per comporre la rassegna, giunta al suo secondo anno di vita, promossa dall’Assessorato regionale ai Beni culturali, fortemente voluta dall’assessore Alberto Samonà in collaborazione con il Museo Riso e CoopCulture.

“RISO con la sua preziosa collocazione nel cuore di Palermo – dichiara Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana – si conferma sede d’eccellenza per l’incontro delle arti, declinate in chiave contemporanea. Con la manifestazione “Settembre al Riso” lo splendido palazzo sul Cassaro, oltre alle opere della sua collezione, apre le porte a un ricco e fitto calendario di appuntamenti, voci diverse dell’identità siciliana. Teatro, incontri, dibattiti e tavole rotonde che raccontano le radici e la sensibilità della nostra terra, ricordando, anche, il corposo lascito di due importantissimi rappresentanti della cultura della Sicilia, come Aurelio Pes e Franco Scaldati”.

Dopo una prima due giorni “Sicilia Restart” – sui temi legati alla ripartenza, con protagonisti numerosi “artigiani della cultura” -, inizieranno gli spettacoli.

· 3 settembre. Arbarìa è la nuova compagnia folk nata in seno alla grande famiglia del Teatro Ditirammu: in “Cantu d’amuri” storie e leggende popolari si intrecciano insieme, per dar vita a nuovi componimenti e memoria. Dalle più conosciute, “La Barunissa di Carini” e la sua lotta per la felicità, per un amore vero, fatto di sorrisi e mai odio; Giovanna Bonanno, ovvero “La Vecchia dell’Aceto”, figura leggendaria di Palermo che creò il suo particolare veleno l’Arcano Liquore Aceto per mandare all’altro mondo mariti violenti, cattivi o semplicemente insopportabili. Scritto e diretto da Piero Tutone, vede in scena Virginia Maiorana (fisarmonica e voce), Gaetano Mirabella (chitarra), Noa Flandina, Piero Tutone (racconti), Noa Blasini (danza) e Elisa Parrinello. Ingresso libero.

· 4 settembre. L’Edipo Re di Salvatore Guglielmino sarà l’ultima tappa della terza edizione di Mitoff, dedicata al teatro classico. Il testo di Sofocle, adattato e diretto dallo stesso Guglielmino, già molto apprezzato da critica e pubblico al suo debutto lo scorso anno, sottolinea l’assoluta contemporaneità dei miti classici, l’insegnamento riflesso nei ragionamenti e comportamenti quotidiani. Guglielmino si cala nel dolore dell’uomo che cerca di sfuggire i tutti i modi alla profezia che lo vede l’assassino del padre e marito della madre, ritrovandosi nella totale inconsapevolezza, a realizzare il nefasto responso datogli alla nascita. Con Franco Colaiemma e Marta Limoli. Biglietto: 15 euro.

· 5 e 24 settembre. Il primo dei due spettacoli di Opera dei Pupi della compagnia tradizionale dei Fratelli Argento, pupari da parecchie generazioni: Santa Rosalia. Triunfi, canti e cunti” (5 settembre): un’attrice (Katiuska Falbo), una cantante (Alessandra Salerno) e diversi musicisti (Francesco Cusumano chitarre elettriche e classiche, percussioni e triunfi; Vera Unti al violino e Irena Maria Salerno al pianoforte) per raccontare la storia della santa patrona. Ingresso libero.
Il 24 settembre invece, gli Argento debutteranno con il nuovo ““L’incanto di Orlando” che si muoverà tra pupi, attori, e canti, miscelando recitazione e Opra, attori, cantanti e manianti. La base è ovviamente una parte della saga dei paladini per eccellenza. Biglietto: 7 euro.

· 7 settembre. Un percorso attraverso le emozioni, i miti, le leggende siciliane sul Mediterraneo e sui suoi personaggi veri e reali, ma anche immaginari e trasfigurati dalla fantasia popolare. Il rapimento della fanciulla a opera dei Saraceni, il viaggio negli abissi di Colapesce, il leggendario personaggio metà uomo e metà pesce, fino alle grotte di Scilla e Cariddi, la descrizione della Mattanza …. Fanno da corona i canti di antica tradizione orale, eseguiti da Laura Mollica ora a voce libera, ora sulle suggestive percussioni di Daniele Schimmenti, ora inglobando la piccola formazione, diretta da Giuseppe Greco, che partecipa alle chitarre. Ingresso libero.

· 8 settembre. Una serata all’insegna della tradizione Zen. Alle 18,30 presentazione del libro “Se respiri stai danzando” (edizioni Lindau) di Annamaria Gyoetsu Epifanìa, frutto di un lungo e meticoloso lavoro di raccolta e selezione di scritti e riflessioni che raccontano l’esperienza di danzatrice classica professionista, ricercatrice e monaca zen. I quaderni, i diari, gli stralci di riviste e i foglietti raccolti in un arco di tempo che abbraccia più di 40 anni sono accomunati dalla costante attenzione per la trasformazione del corpo mente che si apre, cambia, si esprime e ritorna. Alle 21,30 La Guida – storie dalla tradizione Zen di Emilio Ajovalasit e a seguire La trilogia del Dharma di Annamaria Gyoetsu Epifanìa. La Guida è una storia che parla di crescita personale, del percorso che si deve fare per compierla ma, soprattutto, del Maestro inteso come colui che è in grado di mostrarci una direzione diversa rispetto a quella che stavamo percorrendo. Biglietto: 7 euro.

· 9 settembre. Il Viaggio del Meschino è frutto di una lunga riflessione e lavoro durato anni di Miriam Palma sul testo di Gesualdo Bufalino, il Guerrin Meschino. Una triste, amara e poetica riflessione sulla caducità dell’umano, un canto sulla vecchiaia. Ma quello che alla fine nasce è un inno alla bellezza, al coltivare le passioni che rendono dolce e fragrante la vita. Il vecchio cantastorie, comincia a raccontare rimanendo lui stesso ipnotizzato dalle “sue” parole, si trasforma in puparo. Ad un certo momento il puparo non può più narrare perché la storia contemporanea, strage di Capaci con l’assassinio di Falcone e Borsellino, entra di prepotenza nel racconto … e il cantastorie ritorna a essere puparo. Con Miriam Palma (voce e percussioni) e Nino Giannotta (chitarra classica). Replica il 10 settembre. Ingresso libero.

· 11 settembre. Aedi, testo scritto a quattro mani da Salvo Piparo e Egle Mazzamuto, che lo interpretano sulle musiche originali di Michele Piccione e Federico Pipia. Sonorità che vengono dal mare, e ne ricreano fedelmente le atmosfere, attraverso strumenti artigianali e tradizionali, dalla voce delle acque, ai più profondi turbinii alle più superficiali increspature. Un’impresa ardua, affidata a due protagonisti agli avamposti dell’immaginario narrativo: Giufà e il Mare, l’uno piccolo e stolto, l’altro immenso e profondo, scopriranno un punto d’incontro nell’essere aedi, cantori di sogni. Ingresso libero.

· 12 settembre. L’associazione culturale Gli ultimi cantastorie organizza una giornata di studio/spettacolo indirizzata soprattutto alle scuole (dalle 9 alle 18), un vero incontro esplorativo con i cantastorie (viventi) della Sicilia, i cuntastorie, i poeti : un vero abbraccio collettivo alla tradizione siciliana attraverso le voci più autentiche dell’Isola. Seguirà uno spettacolo dal vivo di cantastorie della tradizione: La baronessa di Carini, Salvatore Giuliano e l’ultimo… Falcone e Borsellino, Peppino Impastato. Non mancheranno i canti popolari di Ignazio Buttitta o quelli di Rosa Balistreri. Faranno da scenografia una mini-mostra di cartelloni e la voce dal vivo de Gli Ultimi Cantastorie. Ingresso libero.

· 15 settembre. “La leggenda di Orlando: battaglie, amore e follia”, progetto di MusicaMente con l’Arianna Art Ensemble e Maurizio Majorana (attore e cuntista). Regia di Fabrizio Lupo. Paolo Rigano accosta brani strumentali di Antonio Vivaldi agli episodi del cunto: così la scena della battaglia tra musulmani e cristiani è accompagnata dalle strappate degli archi della Sinfonia RV 116, l’amore non corrisposto di Orlando per Angelica dall’Adagio del Concerto per flautino RV 443, infine la follia di Orlando dalle variazioni sul tema della Follia. Un ensemble di giovani ma già affermati musicisti siciliani ed il cuntista Maurizio Maiorana: musica barocca e cunto si incontrano nella figura di Orlando, eroe innamorato e furioso, incarnazione della varietà degli affetti e simbolo di una Sicilia profondamente “barocca”. Replica il 16 settembre. Biglietto: 7 euro.

· 17 settembre. In “Secret Sacret. #1studio” Luigi di Gangi e Ugo Giacomazzi partono da San Francesco per indagarlo dal di dentro: l’esempio umano più cristiano o banalmente cattolico; il santo irrappresentabile, sfaccettato, già munito di infinite biografie cartacee e cinematografiche; la figura simbolica, rivoluzionaria, fuori da tempo e spazio definiti; il grande comunicatore, inventore di linguaggi, che canta ed incanta, parla, stupisce, recita, impara a memoria e parla a braccio, un vero Giullare di Dio. Un pretesto quindi, per “giocare” nel senso più autentico del termine “play”, mischiare linguaggi differenti in modo serio e grottesco a cominciare dalla musica di Sergio Beercock. Replica il 18 settembre. Biglietto: 5 euro

· 19 settembre. My name is Patrick Zaki – 45 days, scritto, diretto e interpretato da Alessandro Ienzi, dedicato al ricercatore egiziano detenuto a Tora, a El Cairo, dal 7 febbraio 2020. Un viaggio tra gli eventi che hanno caratterizza il XXI secolo, dalle Torri gemelle alla Primavera araba, fino ai massacri di Nizza e Parigi. L’analisi dell’impatto che le politiche internazionali hanno sulla vita di ciascuno. E’ uno spettacolo in quattro lingue, con installazioni video e le pitture i Beksinski e Basquiat. Biglietto: 10 euro

· 22 settembre. Debutta in prima assoluta alle 21 – dopo una tavola rotonda dalle 18,30 dedicata alla figura di Aurelio Pes a cui interverranno intellettuali siciliani – “Attis”, audiodramma su testo omonimo di Pes per sette voci recitanti. Musiche di Gianni Gebbia, videomapping a cura di Dario Denso Andriolo. Gebbia ha spiegato di aver composto l’audiodramma durante il lockdown partendo da “Attis. Scene di sogni e di danze”, testo del 1985 dove Pes rievoca la figura ed i riti dedicati a Attis, divinità di origine frigia importata nella Roma Antica, un culto dalle origini oscure legato alla Grande Madre e contraddistinto da rituali con musiche stridenti e modalità sacrificali estreme che facevano parte dei Misteri. Ingresso libero.

· 25 settembre. “Diari d’amore” è una raccolta digitale di immagini, suoni e parole per raccontare l’umanità nelle sue sfaccettature attraverso antichi mestieri, tradizioni, usi, costumi e quanto caratterizza occasioni di vitalità. Nasce dal lavoro di Enrico Morsillo, compositore diplomato a Santa Cecilia, e Domenico De Lisi, fotografo che si è formato all’Accademia di Belle Arti di Brera. Alle 18 la presentazione del progetto e alle 21 la proiezione. Ingresso libero.

· 26 settembre. Il jazz: dai sound tribali e brasiliani fino a New Orleans e Nick La Rocca. Sulle orme del più famoso jazzista mai emigrato negli States, quel Nick La Rocca che fece nascere il primo disco di jazz, si muove questo concerto che ha come protagonista Ana Flora, cantante capoverdiana ormai naturalizzata palermitana, e la sua band, composta da Diego Spitaleri al piano, Fabrizio Giammanco alla batteria, Riccardo Lo Bue al basso e Vito Giordano alla tromba. Un viaggio musicale che da Bahia condurrà a New Orleans. Ingresso libero.

· 28 settembre. Requiem a due voci nasce dall’ultima raccolta di versi di Cetta Brancato (La vita felice, 2020), Gigi Borruso vi ha costruito una drammaturgia, sulle musiche di Marco Betta, eseguite al piano da Valentina Casesa. La interpretano lo stesso Borruso e Anna Raimondi, danzatore Alessandro Cascioli. La partitura poetica di Cetta Brancato attraversa il tema amoroso, visto da diversi punti di vista, mitici, esistenziali, passionali, archetipici, declina le differenti condizioni e stagioni dell’amore. Il dialogo fra i due amanti – le cui voci si intrecciano e confondono – procede in un tempo indefinito e metafisico, rinviando alla complessa memoria del sentimento che sembra, ogni volta, condurre a uno scacco. Eppure la sconfitta nei versi di Cetta Brancato è subito nuovo desiderio, nuova possibilità di rinascita. Replica il 29 settembre. Ingresso libero.

· 30 settembre – 3 ottobre. Dedicato a Franco Scaldati, al suo mondo surreale e onirico, al suo essere fuori dagli schemi e nello stesso tempo, profondamente e autenticamente siciliano. Per la prima volta viene dedicata una lunga quattro-giorni al drammaturgo palermitano, scomparso otto anni fa, con la guida della sua compagnia. “Officina del sarto” racchiude un convegno sulla lingua e la scrittura scaldatiana (il 30 settembre dalle 18,30) con registi, scrittori, drammaturghi, attori. E tre serate, tra teatro e cinema, pagine e letture. A partire da “Titì e Vincenzina”, che Umberto Cantone e Guido Valdini hanno costruito elaborando un progetto che Scaldati aveva immaginato senza avere il tempo di metterlo in scena. Interpretato da Serena Barone e Aurora Falcone, è uno spettacolo concepito a partire dal recupero di frammenti di sketch e brani poetici che sviluppano la felice invenzione di una coppia femminile speculare a quella di Totò e Vicé. Ingresso libero.

Una serata racchiude “Io e Franco”, film di montaggio che Franco Maresco ha voluto preparare personalmente per ripercorrere trent’anni di sodalizio con Scaldati, fatto di conversazioni filmate, cortometraggi, teatro. Trent’anni di dedizione e poesia che Maresco ha voluto eternare nel solo modo che crede possibile, su pellicola. E i primi frammenti di “La notte di Agostino il topo”, film di Marco Battaglia e Umberto De Paola, che firma la sceneggiatura con Eleonora Galasso; con Melino Imparato, Domenico Di Stefano, Serena Barone; fotografia di Alessandro Leone. Adattato dall’omonimo testo teatrale di Franco Scaldati, il film La notte di Agostino il topo è una coproduzione della Compagnia Franco Scaldati con l’Accademia di Belle Arti. Il film parte dal testo di Scaldati e si fa un racconto nero dove i due personaggi principali vivono una vita che non gli è data fino in fondo. Ingresso libero.

Quindi “Fili di seta fatata” pagine dal teatro di Scaldati, a cura di Melino Imparato e Salvatore Pizzillo, suoni di Michele Ciringione: un percorso sulla poetica del drammaturgo palermitano, attraverso i ritmi, i timbri della sua lingua, nutrita sempre di sotterranea umanità. Un gioco di voci che mischia umane miserie, sogni, angeli e demoni, lune rosicchiate da topi, e lune dove nascono rose, elementi con i quali, il teatro di Franco Scaldati esplora il mistero del teatro che è poi il mistero della vita. Ingresso libero.

· 8 settembre. E’ un fuori programma, ma parecchio atteso: l’operina “Pulcinella compositore” nasce per essere rappresentata come intermezzo tra i due atti di un’opera seria come si faceva un tempo ma prenderà poi forma come un lavoro a se stante di una certa compiutezza. Da qui parte il progetto di Fabrizio Lupo (libretto) e Maurizio Majorana (musiche) di un unico trittico di operine Trickster. Qui sarà il primo momento, che ruota attorno al personaggio di Giufà, uno spettacolo tra ombre, voci, musica e narratore. Per rintracciare le orme di un personaggio comune (seppur con nomi diversi) a tutto il Mediterraneo. Replica: 9 settembre.

 

Gli spettacoli inizieranno sempre alle 21, tranne alcuni appuntamenti mattutini e pomeridiani. Si entra solo con green pass o tampone negativo effettuato entro le 48 ore precedenti. Per gli spettacoli a ingresso libero, si potrà entrare fino ad esaurimento posti disponibili (180 per ciascun spettacolo). I biglietti degli spettacoli a pagamento si acquistano su www.coopculture.it Le info e il programma aggiornato sulla pagina Facebook del Museo Riso.

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