(di Toti Piscopo) Chiedo scusa ai nostri lettori se l’editoriale di oggi è ispirato a vicende che riguardano l’azienda di cui sono Amministratore, organizzatrice di Travelexpo ed editore di Travelnostop. Ma lo faccio con la serenità di chi nel settore turistico ha sempre creduto al punto tale da considerare l’interesse collettivo prioritario rispetto a quello personale o aziendale.
Una convinzione che, anche nel passato più recente, mi ha stimolato ad impegnarmi in prima persona mettendoci, con senso di responsabilità, la faccia anche nei confronti dei lettori di Travelnostop.com con cui ritengo di avere un contratto non scritto di onestà intellettuale.
Il tema ispiratore è Travelexpo, alla cui diciottesima edizione continuano a pervenire le adesioni degli Operatori turistici privati mentre a un mese dall’inizio si percepisce il silenzio assordante che proviene da quel che resta dell’Assessorato Regionale al Turismo e dall’omologo fantasma del Comune di Palermo.
Il primo si era reso promotore già della precedente edizione del Buy Siciliy, la cui effettuazione, per modalità di svolgimento e qualità dei partecipanti, aveva generato un volume d’affari stimato di un milione di euro.
Il secondo aveva incoraggiato lo svolgimento della manifestazione a Palermo, fregiandosi di poter ospitare al pari di altri capitali europee una Borsa del Turismo, minima nelle dimensioni, ma di alto livello per la riconosciuta capacità di sviluppare innovazione ed economia per la collettività.
Non a caso, l’appuntamento del 2015 ha generato, nel solo week end in cui si è svolto, un notevole movimento turistico con 300 camere d’albergo occupate mentre la domenica successiva, in occasione della campagna “Agenzie di viaggio a porte aperte”, si era raggiunto un volume d’affari di circa 3 milioni di euro.
Dati economici che si integrano con l’altissimo livello di soddisfazione degli operatori presenti a Travelexpo che rasenta il 97%, ivi inclusi l’organizzazione della prima Startup Weekend, prima verticale sul turismo dedicata ai giovani.
Obiettivi e risultati che costituiscono motivo di orgoglio per il team della Logos, che da sempre organizza l’evento, e dei suoi partner. Motivi sufficienti affinché questo piccolo grande patrimonio di idee, di innovazione, di professionalità con forte predisposizione per la collettività e il bene comune, andasse se non incoraggiato sicuramente non ostacolato o peggio boicottato, specialmente nell’era in cui la meritocrazia, al pari della programmazione e del fare sistema, sono gli slogan più declamati.
Non a caso Travelexpo, la cui data di effettuazione è nota già da luglio dello scorso anno, era stata inserita anche per il 2016 nel piano strategico dell’Assessorato Regionale al Turismo. Indicazione propositiva per l’assegnazione di risorse, se non migliorative, analoghe a quello precedenti. A tutt’oggi, però, non si hanno notizie certe, se non quel silenzio assordante spia rivelatrice di quel senso di mancanza di responsabilità di chi governa il settore nei confronti di chi in questo settore opera, con ruolo e funzioni diverse, ma lo fa con professionalità e produttività e principalmente interfacciandosi con un mercato che chiede certezze.
Non diversa la valutazione sul Comune di Palermo che ha istituito un’imposta di soggiorno per migliorare i servizi di ospitalità e accoglienza della Città attraverso il coinvolgimento di tutte le categorie che operano nella filiera turistica e che rimangono, per vocazione e legittimo interesse professionale ed imprenditoriale, gli unici veri protagonisti di quel rilancio turistico più auspicato che attuato, ma in nome del quale le risorse economiche vengono impegnate altrove e le vere professionalità fortemente demotivate.
Cosi va in questa terra dove la speranza viene uccisa dall’immobilismo e dall’ignavia e dove le idee vengono seppellite prima dei corpi. Ma se le idee camminano sulle gambe degli uomini, Travelexpo dispone di oltre 5 mila gambe e, nonostante tutto e nonostante tanti, si farà anche al di fuori dei tradizionali confini fisici e territoriali. Gli assenti dovranno solo assumersi la responsabilità della loro mancata presenza.