Riceviamo e pubblichiamo la risposta di Antonio Mangia, presidente di Aeroviaggi, alla nota di Giusi Belfiore, presidente di Federagit Sicilia, pubblicata su sicilia.travelnostop.com lo scorso venerdì 10 giugno.
"La recente ordinanza cautelare n° 435/2011 pronunciata dalla prima sezione del T.A.R. Sicilia – sede di Palermo in data 26 maggio 2011, ha accolto in pieno le richieste di sei guide turistiche rappresentate dall'Avv. Manlio Mannino e dall'Avv. Maria Chiara Di Gangi dello Studio Legale Associato Giaimo Mannino di Palermo, dichiarando fondato il ricorso proposto "in considerazione dei principi comunitari applicabili al caso di specie".
Ciò – come si ricorderà – sulla scia di altre due analoghe pronunce del T.A.R. Sicilia Sezione di Catania n° 1236/2010 e n° 726/2010. Il T.A.R. Sicilia sede di Palermo ha sospeso così l'esecuzione del provvedimento impugnato con il quale l'Assessorato si è dichiarato impossibilitato ad autorizzare l'esercizio della professione di guida turistica al di fuori degli ambiti provinciali per i quali le ricorrenti erano abilitate. La prima sezione del T.A.R. Sicilia sede di Palermo ha, altresì, ravvisato sussistente il danno grave ed irreparabile patito dalle ricorrenti, consistente nella preclusione dello svolgimento della propria professione, ed ha condannato l'Assessorato Regionale al Turismo al pagamento delle spese della fase cautelare, liquidate in 2 mila euro. La detta ordinanza ha quindi come risultato quello di mettere in discussione proprio la perimetrazione in ambiti territoriali dell'esercizio dell'attività professionale di una guida turistica siciliana.
Le affermazioni di Giusy Belfiore – quale presidente regionale Federagit – sembrano mortificare il risultato raggiunto da alcune guide turistiche siciliane. Risultato che è nemico non della "professione", come afferma la Belfiore, ma soltanto di alcuni professionisti che preferiscono limitare la propria attività ad alcuni ambiti territoriali e che per ciò stesso – secondo la terminologia usata dalla presidente Belfiore – si sentono "strozzati" nonché assediati da chi, semplicemente per lavorare, è pronto a spostarsi in tutto il territorio comunitario. Dunque, ciò che conforta – a mio avviso – è l'amicizia che lega il risultato ottenuto ed i principi del diritto comunitario".