Uno dei problemi che i tour operator segnalano da tempo alla nostra redazione è la mancanza di comprensione (da parte delle associazioni e fondazioni che gestiscono alcuni siti turistici regionali) della programmazione alla base del loro lavoro.
Sempre più spesso, i siti archeologici siciliani (Palermo, Siracusa, Taormina) ospitano delle mostre o rassegne di vari artisti. Mostre temporanee che possono interessare o meno il turista (il quale ha già pagato un biglietto salato per visitare il Teatro Greco di Taormina o il Palazzo dei Normanni di Palermo) ma che contribuiscono a fare aumentare i costi di ingresso. E il danno maggiore è in capo al tour operator che ha organizzato il tour un anno prima, considerando determinati costi, e che (non potendo rivalersi sul cliente) deve assorbirne il balzello obbligatorio,come evidenziano alcuni nostri lettori operatori turistici.
Proprio qualche giorno fa, la società che gestisce il Teatro Antico di Taormina e il Castello Maniace di Siracusa ha comunicato che – a partire dal 24 maggio – in virtù della presenza delle mostre di Pietro Consagra e Alfredo Pirri, i nuovi prezzi saranno maggiorati del 35% a Taormina (da € 10 a e 13,50) e del 75% a Siracusa (da € 4 a € 7). Ma la stessa cosa è avvenuta in passato (ed avverrà in futuro) a Palazzo dei Normanni ed in altri siti. A Palazzo dei Normanni, in passato era possibile scorporare la visita del Palazzo dalla mostra, mentre oggi è obbligatorio il biglietto unico ed omnicomprensivo (ovvero € 18) anche se vuoi solo visitare la Cappella Palatina e gli appartamenti Reali.
Immaginando che tali mostre siano state programmate da tempo, ma comunicate agli operatori turistici ed ai turisti solo pochi giorni prima, questo appare come l’ennesima mancanza di attenzione verso la filiera, oltre che totale menefreghismo nei riguardi di chi lavora programmando. Soprattutto in questo momento così difficile per tutti.
Una prassi fastidiosa e dannosa, quella di aumentare da un giorno all’altro i prezzi di ingresso per via delle mostre temporanee e lasciarne gli oneri agli operatori turistici. Mostre che dovrebbe solo aiutare ad impreziosire l’offerta dei siti ed attirare più visitatori, piuttosto che gravare su di loro. E mostre, come nel caso di Palazzo dei Normanni, che diventando sempre più frequenti, appaiono come lo strumento “artistico” per istituzionalizzare gli aumenti spropositati ed improvvisi.
Insomma, la percezione che si miri solo a fare cassa, piuttosto che supportare ed attirare gli operatori turistici e i turisti che quel sistema tengono in piedi, è ormai diventata consapevolezza.