Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota di Dario Ferrante, general director di Tour Plus Sicilia. "L'assenza ingombrante della regione Sicilia dalla ITB di Berlino appena conclusa (Borsa del Turismo Internazionale e riferimento mondiale per gli addetti ai lavori, con oltre 180.000 visitatori paganti) ha trasmesso un chiaro messaggio istituzionale: assoluto disinteresse per l'industria turistica nella nostra isola.
Finita la fase elettorale e gli slogan ad essa associati ("destagionalizzazione", "importanza del turista come moltiplicatore economico e fonte di valuta pregiata" etc), si è tornati alla dura realtà dei fatti. L'isola ha ben altre emergenze e non può certo sprecare tempo e risorse dietro quella fabbrica dei sogni e del superfluo che rappresenta (agli occhi di chi amministra questa disperata isola) il turismo.
E così, da una fase di sprechi si è passati ad un fase di tagli netti ed indiscriminati, comunque ed a prescindere! Un atteggiamento punitivo che corrisponde per il turismo ad una dichiarazione di addio. Eliminare la promozione turistica tout court equivale infatti (per una destinazione turistica debole come la Sicilia) a mettere una pietra sopra ogni possibilità di sviluppo.
In una fase delicata per l'economia turistica globale – che vede segnali di ripresa soprattutto in Europa e che inviterebbe ad usare ogni strategia comunicativa per favorire con forza il territorio – la Sicilia rinuncia completamente a promuoversi ed attirare turisti e visitatori mondiali.
Fa rabbia ed invidia (confessiamolo) notare come regioni del sud con caratteristiche analoghe alle nostre abbiano compreso l'importanza del turismo e sfruttato le grandi potenzialità come volano di crescita economica. Non è un caso che la Puglia – il cui stand è stato considerato tra i migliori della ITB per via della cortesia e competenza del personale, disposizione logistica, aree sociali ed aree operatori – sia diventata ormai una delle destinazioni principali per il turismo internazionale ed uno degli asset vincenti del turismo italiano. Questo grazie a politiche accorte di promozione ed un'offerta che ha saputo svincolarsi dal prodotto esclusivamente balneare ed è riuscito ad affermarsi (in virtù di strutture ricettive alternative ed una offerta turistica legata alle peculiarità del territorio) come destinazione d'elite.
E noi? In poco tempo, siamo riusciti a vanificare gli sforzi passati per imporre la qualità del brand Sicilia nel mondo ed a disperdere le potenzialità e le esperienza degli addetti al settore. E così, anziché mettere il turismo all'apice del piano di ripresa economica e studiare misure al passo con i tempi (es. massiccia campagna promozionale, taglio dell'iva sui servizi turistici, riqualificazione del personale e delle strutture ricettive, eliminazione della burocrazia etc.) si pensa bene di recidere il problema alla base. Semplicemente, non occupandosene.
Rimarrà ancora una volta a carico dei soliti noti operatori turistici siciliani (ultimi baluardi a difesa del territorio) la gestione disordinata e disorganizzata della promozione turistica?".