domenica, 22 Dicembre 2024

30 mila visitatori in 10 città in primo weekend Vie dei Tesori

Un primo weekend entusiasmante, con i visitatori in coda nei siti. Sì, perché dopo tre anni di limitazioni e ingressi contingentati, sono finalmente tornate le code: e la seconda tranche delle Vie dei Tesori con la “capitana” Palermo, mette insieme quasi trentamila presenze in otto città più Termini Imerese e Trapani che, a grande richiesta, si sono aggiunte in corsa, prolungando la loro rassegna di un fine settimana. Trentamila visitatori, e di questi, Palermo sfiora le diciannove mila presenze (18.882 per l’esattezza), con Santa Caterina superstar accreditata che fra chiesa e monastero sfiora le 3.000 visite. Ma a sorpresa, il secondo sito più amato è il Politeama che ritorna quest’anno nel bouquet del festival. Le altre città – Catania innanzitutto che con la vicina Acireale supera i 2200 visitatori; poi nell’ordine, Scicli, Trapani, Ragusa e Cefalù, la debuttante Alcamo, Termini Imerese e Carini – mettono insieme un bell’avvio da 10435 visitatori, morbidamente spalmati sull’intera regione. Ora si continua per altri quattro weekend: Palermo inizia già il venerdì, le altre città ogni sabato e domenica fino al 30 ottobre.

Ed eccoci ai luoghi: Palermo ha visto tornare le code, oltre che a Santa Caterina, anche a Porta Nuova (grande novità di quest’anno) e a Porta Felice, per una visione in orizzontale del Cassaro. Si è riempita ed è andata subito sold out la visita all’aula bunker condotta dai cronisti di mafia e dai magistrati (il primo ad accogliere il pubblico è stato Giuseppe Ayala), così come gli ingressi al carcere Ucciardone. Un pubblico curioso ha scoperto le nuove chiese che hanno aperto le porte, il gasometro recuperato, le esperienze (le Cuoche combattenti hanno fatto assaggiare i prodotti); è salito fino a Villa Albanese per scoprire da lassù la città, ha seguito l’assessore Maurizio Carta nel suo lavoro per la rigenerazione del centro storico. E ha applaudito Stefania Blandeburgo in tre dei sei personaggi che ha preparato per il festival: la cortigiana settecentesca nella commovente cripta delle Repentite e la sontuosa e sarcastica Dulciora alle carceri dello Steri, oltre a zia Mimmi a Villa Pottino. Nei prossimi fine settimana si aggiungeranno la disperata Margheritina alla ricerca del marito Peppe Schiera sotto le macerie della città bombardata, e la dolce Lucie Henry moglie di Vincenzo Florio ai Quattro Pizzi.

A Catania piace sempre il camminamento sospeso nell’aria della chiesa di San Nicolo, ma questa volta il pubblico ha riempito anche il sontuoso Palazzo Scuderi Libertini e ha riscoperto il nero Castello Ursino. Molta curiosità per il passaggio che dall’ex calzaturificio Ega conduceva al piccolo teatro Dusmet.

Dopo le due “capitane” la più visitata è Scicli: delicata, barocca, un merletto scolpito dove hanno registrato il tutto esaurito i luoghi del commissario Montalbano, quindi il set diventato museo all’interno del Comune; anche Palazzo Bonelli Patanè con i suoi arredi d’epoca, è stato molto apprezzato.

Trapani ha aperto solo 4 siti, è un prolungamento della prima tranche appena completata del festival, ma lo stesso ha accolto un numero magnifico di visitatori tra la chiesa delle Anime Sante del Purgatorio (sempre ai primi posti tra i siti più visitati, stavolta ha messo insieme 410 ingressi in poche ore) e il castello della Colombaia che stavolta ha potuto contare sul mare liscio come l’olio.

A Ragusa vanno sempre forti i palazzi sontuosi: il pubblico ha salito la scenografica scalinata per scoprire il tempo immobile di Palazzo Arezzo di Trifiletti che custodisce la memoria di uno dei casati più antichi.

A Cefalù è il misterioso lavatoio medievale ad attirare il pubblico (ben 538 ingressi, il più visitato dopo i luoghi di Palermo) che accede a questo luogo colmo di memoria: il prossimo weekend si aggiunge anche un performance (unica data, domenica 9 ottobre alle 19) al Museo Mandralisca. Ci sarà sempre Stefania Blandeburgo ma stavolta ricamerà sul misterioso personaggio ritratto da Antonello da Messina, un capolavoro paragonabile alla Gioconda.

Alcamo non se l’è fatto ripetere due volte: i suoi manieri erano gettonatissimi, e il pubblico si è messo in coda per salire sui merli del Castello dei Conti di Modica, in centro, ma anche per raggiungere la rocca scoscesa del Castello di Calatubo e ascoltare le mille leggende che lo accarezzano, con la Cuba delle Rose. Tanto pubblico anche al neonato museo degli strumenti musicali dove la visita è stata condotta dallo stesso sindaco. E siccome i castelli paiono piacere parecchio, Carini aggiunge glorioso il suo: sulla scia dell’ “amaro caso” della famosa baronessa, il pubblico è accorso al castello La Grua Talamanca, ma non ha tralasciato le chiese del centro storico scolpite nello stucco.

Anche Termini Imerese è stata pronta a rimettersi in gioco: il suo Hotel delle Terme, restituito alla cittadina, era stato talmente visitato da “costringere” a prolungare le visite fuori programma: e così è stato, ecco ancora tanti visitatori a quello che fu il quartier generale della Targa Florio, ma anche alle Terme romane restituite dopo mezzo secolo.

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