L’obiettivo è la realizzazione di un albergo diffuso oltre che rendere fruibili alcuni beni artisti di Chiaramonte Gulfi per valorizzarli anche agli occhi del turista. Il progetto si chiama “Valorizzi-Amo la città” e coinvolge dieci giovani di Chiaramonte Gulfi e Ragusa. I primi step formativi hanno visto protagonisti Ezio Occhipinti, responsabile del progetto di Ospitalità diffusa a Scicli, e Florinda Saieva, di Farm Cultural Park di Favara che dal 2010, attraverso un progetto di valorizzazione del centro storico basato sul concetto dell’arte e del bello, ha concentrato nella cittadina agrigentina quasi 90.000 presenze turistiche l’anno. Infine, tra i docenti, si è registrata la presenza di Alessandro Cacciato, autore del libro “Il Sud vola”, viaggio nelle start up giovanili in Sicilia.
In questi giorni, invece, il percorso formativo si è spostato a Erice, dove è stato avviato con successo un progetto di ospitalità diffusa: da oggi a sabato 8 aprile i giovani corsisti conosceranno l’esperienza della FE.AR.T, che metterà a disposizione il proprio know how, grazie all’esperienza pluriennale nella gestione partecipata dei beni culturali e nella valorizzazione del sistema museale di Erice.
A conclusione del percorso i dieci “team leader” chiaramontani potranno avviare un progetto di gestione di alcuni beni artistici e culturali: uno spazio demaniale in contrada Fontana che diventerà “area camper”, il sito archeologico di Scornavacche, un’ala del Palazzo Montesano, dove sarà realizzata l’esposizione di una “collezione archeologica”, che presenterà pezzi museali provenienti dai siti archeologici del territorio di Chiaramonte. Inoltre, si realizzerà un centro operativo ed una “reception” dell’Albergo Diffuso che s’intende attivare. La responsabile del progetto è Daria Iacono, coadiuvata da Francesco Cardinale.
“A conclusione del percorso di formazione – spiega Francesco Cardinale – i dieci giovani potranno assumere la gestione di alcuni beni culturali. Il progetto “Valorizzi-Amo la città” permette di dare uno sbocco occupazionale e, al contempo, di consentire la tutela e la fruizione turistica del patrimonio di Chiaramonte”.