venerdì, 22 Novembre 2024

La Rotta dei Fenici prova a imporsi come itinerario culturale europeo

L’appuntamento annuale della Rotta dei Fenici – Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa -, tenutosi in streaming per esigenze Covid19, si è trasformato in un momento di riflessione e di promozione di nuove strategie per il turismo culturale dei Paesi euro-Mediterranei. Sebbene siano più conosciuti itinerari come il Cammino di Santiago, La Rotta dei Fenici è una realtà che da circa 18 anni opera in 11 Paesi euromediterranei, tra cui Libano, Cipro, Palestina, Grecia, Albania, Croazia, Italia, Malta, Tunisia, Francia, Spagna.

Da diversi anni il Network che gestisce le sue attività è impegnato nello sviluppo di nuove forme di valorizzazione culturale seguendo il modello delle Smart Ways, percorsi di eccellenza che coinvolgono direttamente le cosiddette “comunità ospitanti” e seguono i principi della Convenzione di Faro (2005). Questi nuovi modelli di sviluppo turistico, basati anche sulla mobilità dolce, sia in terra, puntando soprattutto sul bike, sia per mare, per esempio la Smart Way marittima che unisce Galizia e Alto Minho nel Nord del Portogallo, rispondono alle necessità del nuovo turismo post-covid, basato su un flusso di visitatori fatto di gruppi più ristretti, di spazi alternativi alle grandi città, di riscoperta della sfera personale e di recupero psicologico. Per questo si parla di un nuovo “umanesimo del turismo”.

I rappresentanti dei territori e dei 104 enti associati alla Rotta dei Fenici, hanno confermato l’Action Plan 2020-2030. Secondo il siciliano Antonio Barone, direttore Rotta dei Fenici: “per definire cosa sia un Itinerario Culturale, possiamo dire in estrema sintesi che si tratta di luoghi e di persone. Luoghi che hanno una storia comune, un passato da raccontare. Ma anche persone che vivono in quei luoghi che possono a loro volta raccontare le loro storie integrate con quei luoghi.Oggi si viaggia per capire ed imparare, dunque viaggi consapevoli”.

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