Ritorno al turismo. Quello vero. Fatto da chi vuole conoscere, riconoscere, trovare, provare nuove esperienze e scoprire. Di questi nuovi scenari si è parlato il 27 ottobre nel corso della conferenza “Back to tourism” che si è tenuta al Complesso monumentale di San Domenico a Cefalù. Un momento importante nella fase post pandemica, con lo scopo di capire il futuro non del turismo, ma dei turismi in senso plurale, partendo da quello di prossimità. La finalità è trasmettere una visione sistemica del territorio. Cercando di offrire una garanzia di esperienza specifica delle tradizioni e all’insegna della qualità, per inserire la Sicilia tra le destinazioni dei flussi turistici del futuro: religioso, culturale ed enogastronomico, per promuovere il territorio e le sue tradizioni.
All’incontro è intervenuto Giuseppe Marciante, vescovo della diocesi di Cefalù, che ha tenuto a evidenziare che “il tema del turismo è importante. A me sta tanto a cuore il turismo esperienziale, per combattere quel turismo mordi e fuggi che non fa bene. Il nostro obiettivo è offrire una qualità delle nostre esperienze. E turismo di qualità vuol dire accoglienza dei turisti. Da questo punto di vista il ruolo delle agenzie e delle guide mi sembra che sia di primaria importanza. Poi c’è il tema della vicinanza, che chi accoglie il turismo deve avere e può farlo con delle strutture che sono importanti per la sicurezza del turismo. Ciò vuol dire che offrire dei servizi efficienti, oltre che di informazione, è necessario”.
Per il sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina “la pandemia ha fatto vedere che la nostra cittadina è organizzata per accogliere il turismo e senza ha sofferto tantissimo. Fino al 2019 abbiamo vissuto un aumento esponenziale delle presenze, che devono essere di qualità. Poi non bisogna mai improvvisare la ricezione. C’è bisogno di una formazione e il Complesso monumentale di San Domenico è un bellissimo contenitore di formazione per chi vuole accogliere il turista. La professionalità è fondamentale. E il cittadino non deve confondere il turista col cittadino. E non confondere il cittadino con i bagnanti”.
Per l’amministratore delegato di Duomo viaggi Giorgio Trivellon, anche lui intervenuto sul tema, “il secondo sito più ricercato su Google, dopo la torre di Pisa, è la cattedrale di Cefalù. Il problema non è conoscere l’Italia o la Sicilia. C’è da fare un grande lavoro tra la richiesta e l’attuazione. Bisogna capire che l’italiano è diverso da un brasiliano o da un sudafricano. E bisogna farsi trovare pronti. La formazione diventa quindi una leva fondamentale. Non ci si può improvvisare. Il turismo di qualità va fatto bene e può aiutare le future generazioni”.
Per la presidente di Fiavet Ivana Jelinic “dobbiamo guardare al turismo del prossimo futuro. La pandemia ci ha insegnato il valore dell’esperienza e del contatto diretto del turismo. Essendo stato privati per molto della mobilità, abbiamo cambiato il modo di osservare l’esperienza del turismo. La spinta tecnologica deve rendere i nostri territori competitivi. Tutto questo ha un costo: che deve essere organizzato”.
I lavori sono stati aperti e conclusi da Marina Ambrosecchio, presidente Uet Italia, che ha sottolineato: “con la pandemia qualcosa è cambiato, il turismo ripartirà ma non con le medesime caratteristiche di prima. Oggi dobbiamo parlare di turismi più che di turismo, e quindi affrontare le peculiarità del territorio perchè sia promosso in modo adeguato in ossequio alle caratteristiche che lo rendono unico. Il turismo di prossimità è una delle prime forme di ritorno al turismo poichè il desiderio di viaggiare è forte ma consente di viaggiare partendo da destinazioni vicine, quindi conosciute e perciò rassicuranti. Contestualmente è cambiata anche la tipologia del turista che oggi deve essere rassicurato, ma d’altro canto si tratta di un turista esperto, educato, che usa la tecnologia”.
Al dibattito hanno preso parte anche Francesco Randone, presidente Federalberghi Cefalù; Annamaria Ulisse, ceo di Ulisse T.O. & DMC. e Toti Piscopo, direttore editoriale Travelnostop.com che ha letto il messaggio “Il coraggio di agire per vivere e non sopravvivere” lanciato dallo Skal in occasione dell’ultima Giornata mondiale del Turismo, che si celebra il 27 settembre.