Quindici infrastrutture prioritarie mancano all’appello per fare finalmente della Sicilia l’hub commerciale del Mediterraneo verso il Nord Europa. Di queste ben 8 sono indifferibili, nell’indagine condotta da Unioncamere Sicilia in collaborazione con Uniontrasporti nei tavoli
tecnici di confronto realizzati in tutti i territori dell’Isola. Il “Progetto infrastrutture”, finanziato dal Fondo di perequazione 2021-2022 di Unioncamere nazionale, è sfociato nell’aggiornamento del Libro bianco, presentato a Palermo da Unioncamere Sicilia (vedi foto).
L’elenco delle 15 opere prioritarie comprende le prime otto indifferibili (l’alta velocità Palermo-Catania, l’ammodernamento a quattro corsie della Palermo-Agrigento, la ferrovia Messina-Catania, il completamento del raddoppio ferroviario Palermo-Messina, la Ragusa-Catania, la velocizzazione della ferrovia Catania-Siracusa, la pedemontana di Palermo col collegamento al porto e il Ponte sullo Stretto di Messina) e le altre sette opere prioritarie (l’intervalliva Tirrenico-Jonica, il completamento della Siracusa-Gela, la tangenziale di Agrigento, il collegamento del porto di Augusta, l’interporto di Termini Imerese, il collegamento dell’aeroporto di Trapani Birgi e il terminal cargo a Comiso).
“Il Libro bianco – ha spiegato Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – si può dire che sia stato scritto dalle imprese che soffrono
quotidianamente le conseguenze di una lotta impari; indica come mettere le catene produttive e gli operatori del trasporto nella condizione di
disporre di una rete di nodi logistici e di strade e ferrovie veloci concepita per il trasporto intermodale ferro-nave e ferro-aereo e per le
autostrade del mare”.
“Il Ponte sullo Stretto di Messina – ha evidenziato Ivo Blandina, presidente di Uniontrasporti – assicura un sistema di collegamento veloce tra la Sicilia e il resto del Continente europeo, non solo perché dimezza i tempi di attraversamento fra Messina e Villa San Giovanni, ma anche perché trascina con sé lo sviluppo dell’intera rete di trasporto dell’Isola”.
Con l’occasione Dino Ferrarese, senior expert di Openeconomics, ha illustrato il nuovo studio dell’impatto che avrà sull’economia dei
territori il cantiere del Ponte sullo Stretto nei suoi otto anni di durata. Considerati anche i ritorni sotto forma di investimenti dell’insieme delle imprese e dei consumi dei 36mila 700 occupati stabili, per un costo d’opera previsto di 13,5 miliardi si avrà un contributo complessivo di 23,1 miliardi al Pil del Paese. Di questo la Lombardia riceverà il maggiore contributo (5,5 miliardi), seguita da Lazio (2,6), Sicilia (2,1), Emilia-Romagna (1,99), Veneto (1,98) e Calabria (1,4). Ciò perché, ha spiegato Ferrarese, “nelle regioni del Nord sono maggiormente concentrate le imprese che per dimensioni e capacità possono garantire la fornitura di materiali, servizi e tecnologie”.
Valerio Mele, direttore tecnico della società Stretto di Messina, ha assicurato che i cantieri delle opere propedeutiche al Ponte, come le
bonifiche e l’eliminazione delle interferenze, partiranno quest’estate subito dopo l’approvazione del piano finanziario da parte del Cipess.
Raffaele Celia, direttore regionale Anas Sicilia, ha riferito che del piano di investimenti da 17 miliardi in Sicilia, sono in corso manutenzioni programmate per oltre 2 miliardi, nuove opere per 3,5 miliardi e progettazioni per 10 miliardi. I cantieri avviati riguardano molte delle priorità del “Libro bianco”, come la Ragusa-Catania; il primo lotto della Palermo-Agrigento che sarà definito entro la primavera e il secondo che si sta progettando; la Nord-Sud e la Agrigento-Caltanissetta che si stanno completando; si sono conclusi i dibattiti pubblici sulla tangenziale di Agrigento e sulla Castelvetrano-Sciacca.
Da parte sua, Maurizio Infantino, direttore Investimenti di Rfi per la Sicilia orientale, ha ricordato che tutti i cantieri della Palermo-Catania-Messina sono stati avviati; che è in corso il progetto di fattibilità per completare il raddoppio della Palermo-Messina fra Castelbuono e Patti, percorso di 70 km che sarà tutto in galleria; che a maggio andrà in gara il collegamento col porto di Augusta; e che entro l’estate sarà pronto il progetto del collegamento della Ragusa-Vizzini con l’aeroporto di Comiso.
Nico Torrisi, ad della Sac, ha ricordato in proposito che il governatore Renato Schifani ha sposato il progetto del terminal cargo a Comiso, che sarà finanziato con fondi Fsc. Torrisi ha anche detto di non essere contrario alla privatizzazione delle società aeroportuali, purchè prevedano investimenti su piani industriali di rilancio dei territori.
Il presidente della Camera di commercio Palermo Enna, Alessandro Albanese, ha sottolineato che “quando chiediamo il Ponte sullo Stretto,
non lo facciamo per avere un’opera fine a se stessa, ma la realizzazione del Ponte deve trainare tutte le altre infrastrutture che servono allo
sviluppo della Sicilia e del Paese”.
Infine, Gaetano Vecchio, presidente di Confindustria Sicilia, ha elencato tutte le difficoltà strutturali che deve affrontare chi fa impresa nell’Isola e ha auspicato una rapida realizzazione delle opere necessarie, a partire dalle tangenziali di Palermo e Catania.
nella foto, da sx, Ivo Blandina, Pino Pace e Alessandro Albanese