venerdì, 29 Marzo 2024

Persi oltre 3 mln di turisti, in arrivo fondi per 13 città d’arte siciliane

Da Agrigento a Taormina passando per Cefalù sono i tredici comuni siciliani che potranno concorrere all’assegnazione dei contributi a fondo perduto fino a 200 mila euro per il sostegno alle piccole e medie città d’arte e ai borghi colpiti dalla diminuzione dei flussi turistici durante la pandemia da Covid19 come differenza di presenze tra il 2019 e il 2020. L’opportunità è prevista dal decreto del ministero dell’Interno dell’8 ottobre 2021 di concerto col ministero della Cultura, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 15 ottobre 2021.

I 13 comuni sono Cefalù, Agrigento, Noto, Modica, Scicli, Zafferana Etnea, Acireale, Acicastello, Lipari, Giardini Naxos, Taormina, Castelvetrano e Favignana. Si tratta di comuni che tra il 2019 e il 2020 hanno perso complessivamente 3 milioni e 163.450 mila turisti. A guidare la classifica Taormina con -792.763 presenze, seguono Giardini Naxos (-568.125), Cefalù (-489.609), Castelvetrano (-212.466), Agrigento (-210.310), Lipari (-178.621), Acicastello (-148.282), Noto (-143.663), Acireale (-141.654), Modica (-87.107), Favignana (-66.886), Scicli (-66.582) e Zafferana Etnea (-57.382).

“I comuni – spiega Giuseppe Sciarabba, presidente dell’Agenzia di sviluppo del Mezzogiorno – possono presentare richiesta di contributo per un solo progetto che dovrà contenere misure per la promozione e il rilancio del patrimonio artistico riguardanti iniziative ed eventi che facilitino il coinvolgimento di cittadini e portatori di interessi. Ed ancora, iniziative mirate all’aumento della fruizione del patrimonio artistico, ampliandone l’accessibilità a tutte le categorie di utenti in modo sostenibile e inclusivo; attività di studio e ricerca sul patrimonio artistico cittadino da diffondere tramite elaborazione e attuazione di progetti formativi e di aggiornamento; iniziative di promozione e comunicazione, anche digitale, del patrimonio artistico e delle attività di valorizzazione a esso dedicate. Ed infine servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico”.

“I comuni – continua Sciarabba – dovevano soddisfare tre requisisti fissati dal decreto: popolazione residente Istat alla data del 1° gennaio 2020 inferiore ai 60.000 abitanti; presenza nella ‘Classificazione ISTAT dei comuni italiani in base alla categoria turistica prevalente’ determinata da vocazione culturale, storica, artistica e paesaggistica, ancorché non esclusiva; e infine diminuzione (superiore alle 50 mila unità) delle presenze nelle strutture turistico-ricettive del territorio comunale tra il 2019 e il 2020, registrate dall’Istat nella rilevazione del “Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi per tipologia ricettiva, residenza dei clienti e comune di destinazione.

Per partecipare alla selezione i 13 comuni devono compilare la domanda sul sito internet del ministero dell’Interno – Dipartimento per gli affari interni e territoriali – a partire dal 1° marzo 2022 e fino alle ore 14 del 31 marzo 2022.

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