No alla tassa di soggiorno a Messina. Gli albergatori hanno ribadito la loro contrarierà nell'aula del Consiglio Comunale, nel corso della riunione dei Capigruppo con i rappresentanti di Federalberghi Messina. Il presidente degli albergatori Giuseppe Minniti Traina e l'imprenditore Angelo Villari hanno contestato in maniera energica l'applicazione della tassa e la sua destinazione in quanto il regolamento approvato dal consiglio comunale ha totalmente modificato la delibera che l'amministrazione aveva discusso ed elaborato con le associazioni di categoria.
Gli albergatori lamentano, infatti, la mancata applicazione dell'aliquota dell'imposta concordata (pari inizialmente a 0,75 centesimi per notte ed a persona,) ed aumentata a 2 euro più il mancato rispetto degli accordi sulle finalità del tributo.
Dalla discussione, a quanto si apprende, è emerso che il Commissario avrebbe portato in Consiglio una proposta di regolamento senza indicare alcuna somma sull'imposta da applicare e che un Consiglio Comunale, poco attento, abbia approvato l'imposizione di una tassa senza chiedersi quanto ciò sarebbe costato ai turisti ed, in termini di perdita di occupazione, alle strutture ricettive cittadine. Sulla destinazione, invece, i consiglieri hanno fatto una precisa scelta politica, indirizzando di fatto, parte delle somme a discutibili interventi sulla mobilità urbana (leggi Atm).
"Così restando le cose – si legge in una nota di Federalberghi Messina – diventa inaccettabile per gli albergatori e per tutti gli imprenditori che qualcuno, fosse anche l'amministrazione, possa stravolgere decisioni assunte in sede di concertazione e di accordo fra le parti. Nonostante le buone intenzioni del presidente del Consiglio e dei Capigruppo presenti in aula a rivedere le proprie posizioni, resta comunque forte il messaggio che l'unica soluzione ai problemi di risanare i conti del nostro Comune sono ulteriori imposizioni di balzelli e tasse".