Non ha precedenti l’accordo di cooperazione firmato tra le Gallerie degli Uffizi e l’Università dell’Indiana per la digitalizzazione in 3D dell’intero patrimonio lapideo archeologico greco e romano degli Uffizi, dei musei di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli. Il progetto di collaborazione garantirà la realizzazione di modelli 3D che saranno resi disponibili online entro il 2020 per scopi sia di studio, sia di tutela. Si tratta di un’operazione che riguarderà circa 1260 opere d’arte – tra sculture, are e sarcofagi -, ovvero oggetti lapidei che vanno da II secolo avanti Cristo al IV secolo dopo Cristo e che costituiscono la più ampia collezione di marmi antichi di un museo statale italiano non romano. Il costo complessivo dell’operazione – circa 600mila dollari – sarà interamente sostenuto dall’università statunitense
“La scansione sistematica del patrimonio scultoreo antico degli Uffizi – ha affermato Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi – aprirà prospettive completamente nuove per la ricerca, in quanto permetterà ricostruzioni virtuali delle policromie, integrazioni e restauri virtuali con una precisione finora impensabile. Non solo: essa permetterà un’accessibilità e una fruizione globale, e perfino un rilevamento così particolareggiato da fungere praticamente come ‘copia di sicurezza’ delle statue antiche”.
Il progetto prevede il ricorso alla fotogrammetria digitale automatica che, rappresentando un avanzamento tecnologico recente, consente di ottenere un modello tridimensionale texturizzato a partire da normali immagini digitali. Un po’ come avveniva già in passato attraverso il rilievo con laser scanner, anche con la fotogrammetria sarà possibile generare la cosiddetta “nube di punti 3D”, dato di partenza da cui trarre il modello digitale.
Le scansioni 3D si svolgeranno sempre di lunedì, a museo chiuso, e vedranno impegnate squadre di 2/3 persone che agiranno in loco, cioè spostandosi da un’opera all’altra.