martedì, 19 Novembre 2024

L’Alto Adige punta su una maggiore internazionalità

“Quasi il 90 % degli ospiti che oggi arrivano in Alto Adige proviene da nazioni dell’area germanofona e dall’Italia, e questa situazione comporta naturalmente una certa dipendenza nonché un fattore di rischio”. È quanto ha affermato Uli Rubner, presidentessa di Alto Adige Marketing, durante la tradizionale conferenza stampa estiva ospitata nel foyer di palazzo Max Valier a Bolzano.
Il lieve calo dei turisti italiani, compensato dagli ospiti germanici, lo ha dimostrato chiaramente. “Per garantire un futuro al comparto turistico è necessario poter contare su una buona occupazione delle strutture ad un prezzo adeguato, per cui appare necessario aumentare il numero delle nazionalità presenti sul nostro territorio”, ha aggiunto Rubner.
“Da decenni ormai il turismo è il motore trainante del nostro sviluppo economico. La crisi che attanaglia l’Italia ci ha fatto capire quanto sia necessario ridurre la nostra dipendenza dai mercati principali e ampliare il nostro raggio d’azione. Lo sbarco su nuovi mercati ci permetterà non solo di crescere ma anche di renderci indipendenti”, ha detto Arno Kompatscher, presidente della Giunta provinciale.
Cinque anni fa la quota di pernottamenti di ospiti che non parlavano italiano o tedesco era del 10,7 %. Oggi questa cifra si attesta sull’11,1% e l’obiettivo “è di arrivare nel giro di tre anni al 15% investendo in nuovi mercati emergenti”, ha detto Greti Ladurner, direttrice di Smg. Un’analisi attualmente in corso sta cercando di individuare i mercati che potrebbero essere interessati all’Alto Adige. Le risultanze della prima fase hanno individuato in Russia, Gran Bretagna, Francia, Svezia, Norvegia, Danimarca, Usa, Cina, Giappone e Israele alcuni potenziali mercati di sviluppo.    

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