Biglietterie chiuse, sentieri e aree camping vuoti, getto dell’acqua al minimo della portata: è l’immagine innusuale della Pasquetta alla Cascata delle Marmore in tempo di lockdown. Lo scorso anno erano stati oltre 16 mila 700 i visitatori registrati nel weekend pasquale, 7 mila 500 nel lunedì dell’Angelo. Tra loro molti ternani, che come ogni anno avevano scelto il parco per una gita fuori porta, ma anche turisti provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero. Chiusi anche tourist shop, bar e ristoranti, mentre gli operatori del sito sono in cassa integrazione o hanno avuto accesso ad un fondo di solidarietà.
“In 70 anni non mi era capitato mai di vedere una situazione del genere – racconta il titolare di una delle attività – Aprile, maggio e giugno sono sempre stati i mesi in cui si è lavorato meglio, riuscivamo a pagarci le spese prima dell’estate. Quest’anno è andato tutto al vento, è molto triste”. A spaventare sono soprattutto le incognite sui tempi e sulle modalità della ripartenza.
“Ci preoccupa se e come si ripartirà – commenta il vicesindaco e assessore comunale al Turismo, Andrea Giuli – di fatto la stagione è compromessa”. Almeno 100 mila euro i mancati introiti calcolati tra marzo ed aprile solo per quanto riguarda la vendita dei biglietti di ingresso al parco.