Alla scoperta della Valle (prima) di Aosta

@cristina argirò


2050 anni fa la Valle d’Aosta non esisteva ma esisteva ‘la Valle’, con la città di Augusta Prætoria che, probabilmente, era ancora tutta un cantiere. La grande insidia degli anni zero, tuttavia, è quella di non dare a quelli precedenti l’attenzione che meritano, come se al loro approdo nella Valle, che di lì a poco sarebbe diventata d’Aosta, i Romani avessero trovato una tabula rasa, sopra la quale andare a edificare una grande città, le cui tracce sono ancora oggi apprezzabili.

Ci sono voluti ben 150 anni, ai Romani, per vincere le resistenze del popolo celtico dei Salassi, nell’ultimo capitolo di una stagione conflittuale conclusasi soltanto con la fondazione di Aosta e la conseguente assimilazione ai colonizzatori celebrata da epigrafi e dal famoso Arco di Augusto.

Tra le non molte tracce archeologiche lasciateci dai Salassi in Valle d’Aosta, quelle più considerevoli siano su, in alto, dove gli antichi Romani proprio non intendevano spingersi. Archeologie invisibili fatte di insediamenti e posti di controllo perfettamente mimetizzati nel paesaggio, preferibilmente in selle moreniche o su alture da cui tutto si poteva vedere ma senza essere visti.

Ecco tre luoghi simbolo, dove seguire le tracce dei Salassi della Valle d’Aosta:

Villaggio dei Salassi del Monte Tantané – La Magdeleine
Conosciuto localmente come Le Reparé du Tantané, questo sito protostorico è uno dei più importanti insediamenti preromani della Valle d’Aosta. Cominciati nel 2003, gli scavi hanno finora restituito decine di capanne oltre quota 2400m, ai piedi della piramide rocciosa del Monte Tantané, realizzate con muratura a secco e da cui sono emerse ceramiche, utensili in pietra ollare, in ferro, in bronzo e alcune monete celtiche. Sono inoltre stati rinvenuti oggetti in legno e abbondanti testimonianze di semi commestibili (cereali, leguminose), che hanno rivelato aspetti interessanti sulle abitudini alimentari degli abitanti, nonché la datazione del sito. I resti delle capanne sono posizionati in due punti: alcune sono sul dosso erboso verso valle, mentre la maggior parte di queste sono posizionate in una valletta pietrosa. Il percorso ad anello, con partenza e arrivo da Artaz (La Magdeleine) tra l’altro, gode di una stupenda vista sul Cervino.

Come spesso accade quando ci si avventura tra le tracce archeologiche, più antiche sono e meno certezze abbiamo sui loro significati e sulle popolazioni che vi si sono avvicendate. La storia della Valle d’Aosta si perde nella notte dei tempi: i primi insediamenti umani di cui si abbiano tracce, infatti, risalgono addirittura al Mesolitico, millenni prima di Salassi e Romani, in un’epoca connotata per noi dal misterioso fascino dell’incertezza.

Il sito del Cromlech (dal gallese “cerchio di pietra”) al passo del Piccolo San Bernardo rappresenta una testimonianza preziosa della presenza dell’uomo in queste hautes terres fin dalla Preistoria. Difficile datare questa Stonehenge ai piedi del Monte Bianco, così come è difficile interpretarne il significato. Quel che è certo è che si trattava di un importante luogo di culto, sacro, oltre a chiunque l’abbia realizzato, anche ai Salassi, ai Romani e, più avanti, ai Cristiani durante il Medioevo.

Tra le ipotesi più affascinanti, quella che si tratti di un osservatorio astronomico (il che avrebbe senso, se consideriamo che ci troviamo in alta montagna, a 2188 m di quota e che da qui il cielo stellato appare incantevole), che vorrebbe la pietra più grande dell’intero complesso illuminarsi nel momento esatto in cui il sole tramonta nel giorno del solstizio d’estate alle spalle del Mont Lancebranlette.

Il sito preistorico valdostano più importante è però il Mega Museo – Area megalitica di Aosta. Venuta alla luce nel 1969, quella che è oggi l’Area archeologica coperta più vasta d’Europa può essere vista come un percorso a ritroso prima nei secoli, poi nei millenni, attraverso epoche e significati di un luogo che, già 6000 anni fa, era sacro alle popolazioni preceltiche della Valle.

Dalla vicina chiesetta romanica di San Martino, si scende a ritroso giungendo fino alle testimonianze preistoriche con la straordinaria aratura propiziatoria datata alla fine del V millennio a.C., per arrivare alle stele antropomorfe dell’Età del Rame, e continuare con i dolmen funerari dell’Età del Bronzo per approdare, quindi, al grande tumulo funerario dell’Età del Ferro (I millennio a.C.) con il suo piano di calpestio originale. La successiva epoca romana è illustrata da oltre 700 reperti che raccontano di un vivace suburbio di campagna con una fattoria, la strada e, ai suoi lati, un’estesa necropoli da cui provengono corredi ricchi e significativi come, ad esempio, quello della cosiddetta Tomba dello Scriba.

Per trovare dove alloggiare in Valle d’Aosta, il portale Booking Valle d’Aosta - lo strumento per la prenotazione dei soggiorni gestito direttamente dall’Ufficio regionale del Turismo - offre l’elenco delle strutture ricettive della Valle d’Aosta (alberghi, RTA, B&B, agriturismi e appartamenti), con la possibilità di prenotare direttamente online senza intermediari e senza alcun costo di prenotazione, selezionando in base al comprensorio o al tipo di esperienza desiderata

(photo credits@cristina argirò)

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