Dopo l’appello del Comitato ‘No Grandi Navi’ il ministro di Trasporti non ha fatto attendere la sua risposta dove assicura la l’interesse del ministero, senza alcun tentennamento, nella battaglia per allontanare le città galleggianti da Venezia.
“Gradualmente – spiega una nota del Mit – si dovranno portare tutti i colossi del mare fuori dal perimetro lagunare individuato con il decreto ministeriale del 1985”. Il ministro Toninelli ha insistito non a caso su un turismo che deve essere realmente sostenibile. In maniera da garantire la tutela di quello “scrigno di tesori che è Venezia”.
Ma prima del Mit, c’era stata un’intervista di Toninelli al quotidiano ‘La Nuova Venezia’: “È chiaro che le navi oltre le 130mila t – erano state le parole del ministro – andranno dirottate su Marghera attraverso il Canale Nord, con accesso dalla bocca di porto di Malamocco-Marghera. Questo mantenendo però la centralità dell’esistente stazione marittima per le unità di medio piccola dimensione”. Una posizione che i ‘No Grandi Navi’ non hanno digerito. Nella successiva nota del Mit, tuttavia, Toninelli precisava meglio la linea del ministero: “no allo scavo di nuovi canali, mentre sì all’attracco di navi fino a 40 mila t utilizzando la stazione marittima ed eventualmente quella pronta e mai usata di Chioggia”.
Questa posizione, in ogni caso, ha messo in allerta l’Autorità del sistema portuale Mare Adriatico Settentrionale, che con il presidente Piero Musolino ha chiesto “di incontrare al più presto il ministro per comprendere chiaramente le direttive del Governo sul futuro dell’industria crocieristica a Venezia, e di conseguenza dei porti crocieristici dell’Adriatico”.
Anche sulla soglia delle 40mila tonnellate, peraltro, il ministro dei Trasporti ha ha premesso che va accertato se “questo limite sia davvero tollerabile, senza considerare che il semplice tonnellaggio va sostituito con un parametro più raffinato che tenga conto non solo del peso, ma ad esempio di sagoma e altezza degli scafi”. Sistema sul quale, ha ricordato Toninelli, ha già lavorato la Capitaneria di Porto di Venezia, mettendo a punto un algoritmo che, per decidere lo stop o meno alle navi in bacino di San Marco, valuta la massa d’acqua spostata, l’altezza dalla linea di galleggiamento e l’uso o meno di nuovi propulsori.
Intanto, i Comitati No Grandi navi hanno già anticipato nuove iniziative di protesta per fine settembre.