mercoledì, 20 Novembre 2024

Confturismo, ticket per pendolari sulle spiagge venete

Contrari all’idea Zaia e Finozzi che ribadiscono: il demanio è pubblico

Due euro per accedere alle spiagge del litorale veneto per contribuire ai costi per la pulizia e i servizi di soccorso. È la proposta, rivolta ai pendolari, lanciata da Marco Michielli, presidente veneto di Confturismo e Federalberghi, che propone anche di attivare un servizio di controllo analogo a Venezia per il turismo giornaliero. "Lo so, è un discorso impopolare – ha detto Michielli – ma è ora che qualcuno lo faccia. I turisti arrivano e trovano spiagge pulite dalle società che hanno in concessione gli arenili, il servizio di soccorso pagato dagli albergatori e altri servizi pensati per i clienti paganti. Michieli propone di creare dei varchi dove chi ha il ticket dell’albergo passa liberamente, chi,  invece, ne è sprovvisto dovrà pagare 2 euro.
Assolutamente contrario Luca Zaia, presidente della Regione.  "Sul valore del demanio pubblico – ha detto Zaia – non si transige, è l'ultimo baluardo della libertà. Capisco la ratio della proposta – ha spiegato – ma sono contrario perché il demanio è di tutti, così come sono contrario all'idea di far pagare un biglietto per visitare Venezia. Piuttosto – ha concluso – si programmino le visite, visto che con le tecnologie oggi a disposizione si può. L'accesso alle città e alle spiagge deve essere per tutti, ricchi e poveri".
Sulla stessa linea Marino Finozzi, assessore al turismo del Veneto. “Dico no ad ogni ipotesi di ticket per accedere a spiagge e altri luoghi pubblici di uso comune, tanto più se proposti da operatori privati.  Se – ha sottolineato – la spiaggia è in concessione, il problema non si pone proprio, specie mentre resta aperto il problema di rispondere all'obbligo di gare europee. Quanto a Venezia, penso se ne debba semmai occupare l'amministrazione comunale, non gli imprenditori alberghieri. Perché mai l'ospite di un albergo dovrebbe passare e quello di un bar o di un ristorante no? Perché non dovrebbero passare i proprietari o gli ospiti di case per vacanze? Su quale base si può esprimere quella che di fatto diventa una discriminazione rispetto ad un uso pubblico, sapendo che l'unico vero effetto rischia di essere il trasferimento altrove dei flussi turistici. Una località turistica ha servizi a misura della sua proposta di ospitalità – ha aggiunto – che sono il frutto di un equilibrio tra costi e benefici e di introiti sulla ricchezza prodotta. La risposta dovrebbe essere dunque politica e di carattere generale, e riguarda l'autonomia finanziaria dei comuni”.

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