Sarà inaugurata oggi sabato 10 maggio, alle 17,30, nell’ex rimessa delle carrozze del Museo etnografico siciliano (alla Palazzina Cinese), la mostra su La ceramica di Collesano nelle collezioni del Museo Pitré, nella quale saranno esposti 150 manufatti ceramici provenienti da Collesano e realizzati tra la fine del Seicento e i primi Novecento. La mostra s’inserisce nel programma della V Settimana della Cultura, promossa dal Comune, e sarà visitabile fino al 31 agosto. L’ingresso è gratuito. Il Museo possiede una ricca collezione di ceramiche, delle quali una parte significativa provengono da Collesano, con estremi cronologici che vanno dalla fine del Seicento ai primi del Novecento. Si tratta di oltre un centinaio di pezzi, dal XVII agli inizi del XX secolo. Brocche, boccali, borracce, lucerne e ancora altre tipologie di manufatti ci danno la possibilità di illuminare uno spaccato socioeconomico particolare, ma anche di sottolineare lontane ascendenze, in un gioco sottile di rimandi e allusioni. Così, le lucerne di Collesano, delle quali il Museo conserva numerosi esemplari, al di là della loro destinazione funzionale, assumono una simbologia magico-religiosa (già in Grecia venivano usate quali offerte votive, e tuttora, secondo le credenze popolari, la loro fiamma allontana i demoni e le forze malefiche, o fornisce presagi). E ancora: in molti boccali, di forma rotondeggiante, collo lungo e manici a semicerchio, è adombrata la tipica rappresentazione dell’idolo-divinità, di lontanissime ascendenze. L’allestimento di questa mostra s’inserisce coerentemente nel percorso di valorizzazione delle ceramiche popolari già iniziato con l’esposizione che ha ottenuto un lusinghiero successo di critica e di pubblico svoltasi l’anno scorso nel Museo Pitrè e dedicata alla produzione di Burgio. Il catalogo è a cura di Tommaso Gambaro. Il Museo Pitrè è custode di “quella parte della storia che i dotti non hanno scritta, ma che il popolo ha lasciato nei suoi costumi, nelle sue usanze, nelle sue credenze, nei suoi riti Gli oggetti del Museo , strati diversi di antiche civiltà, rappresentano tante pagine della storia dell’Isola”. Così Giuseppe Pitrè, nel 1910, quando le sue collezioni avevano trovato la loro prima provvisoria sistemazione museale in poche stanze di un edificio scolastico cittadino, sintetizzava felicemente una concezione ancor oggi attuale di museo etnografico specchio della società: in esso, gli oggetti d’uso come quelli d’arte, al di là di ogni giudizio di valore, esprimono la peculiare rappresentazione del mondo di una cultura non egemone, che porta in sé , inconsapevolmente, tracce evidenti delle sopravvivenze e stratificazioni storico-culturali dell’Isola. Per esprimere lo stesso concetto, il Cocchiara, suo discepolo e continuatore, ricorre ad una ariosa metafora: “ Come dall’accordo di varie note nasce la musica, dall’accordo delle più disparate civiltà è nato in Sicilia un patrimonio non solo orale ma anche oggettivo, l’uno riflesso dell’altro, anelli di una stessa catena.” Quest’osservazione trova puntuale riscontro nelle testimonianze, che il Museo conserva, dell’arte figulina e ceramica.