”Il servizio sanitario di
pronto soccorso negli aeroporti viene ridimensionato con una
convenzione capestro tra l’Enac e le societa’ che gestiscono gli
aeroporti”. E’ quanto sostiene in una nota il segretario
nazionale del Sindacato dei medici civili aeroportuali (Simeca),
Domenico Miceli.
”La sicurezza sanitaria – ha aggiunto – negli aeroporti a
gestione statale e’ precaria ed ho piu’ volte denunciato la
necessita’ di creare una struttura di pronto soccorso negli
aeroporti adeguata agli anni attuali tenendo conto che il
trasporto aereo e’ il mezzo di trasporto del 2000 proponendo
anche ai presidenti Camera e Senato una proposta di legge. Gli
incidenti aerei che si sono verificati nel mese di agosto
pongono in evidenza una situazione drammatica anche nel settore
sanitario aeroportuale, da circa due anni medici con anni di
provata esperienza nella medicina di pronto intervento negli
aeroporti vengono allontanati e sostituiti in maniera inadeguata
con medici non adeguati. Una categoria medica eliminata senza
che nessuno intervenga. Il servizio di pronto soccorso
aeroportuale viene ridimensionato mentre invece come piu’ volte
denunciato dal simeca sarebbe stato opportuno affiancare ai
medici gia operanti personale medico e materiale sanitario di
pronto emergenza per i grandi eventi di disastro e d’intesa con
la medicina territoriale di emergenza (118)”.
”Il servizio sanitario di pronto soccorso – ha concluso
Miceli – come normative Icao deve essere assicurato in aeroporto
24 ore su 24 in quanto e’ essenziale. Le problematiche
organizzative aeroportuali devono prevedere naturalmente una
operativita’ completa ed avere le finalita’ di ottenere sia un
trattamento iniziale adeguato che una cura definitiva
qualificata per eventuali feriti”.