Si avvarrà di un master plan il nuovo Piano triennale di sviluppo turistico 2010-2012 dell'Abruzzo. Le linee di indirizzo sono state illustrate da Mauro Di Dalmazio, assessore al Turismo della Regione Abruzzo, prima dell'approvazione in Giunta, fissata per la prima settimana di aprile. L'assessore ha messo in evidenza pregi e difetti del un sistema turistico abruzzese che, se da un lato appare ben connotato, dall'altro non riesce a cogliere alcuni fondamentali obiettivi. Il nuovo Piano punta anche a riformare la legge di settore, avviare i sistemi turistici locali, rafforzare le competenze dell'Aptr, riorganizzare gli Iat. Ma il Piano vuole anche avviare delle collaborazioni con università, centri studi, e Osservatorio turistico regionale. "Dobbiamo dare una visione unitaria del prodotto Abruzzo – ha spiegato Di Dalmazio – in cui le Province sono gli agenti in una logica pubblico privata che deve informare tutte le attività connesse allo sviluppo turistico".
La parte analitica del Piano, dedicata all'andamento dei mercati italiani e stranieri, ha fatto emergere la necessità di aumentare il grado di internazionalità, di destagionalizzare, di incrementare l'offerta e la competitività delle aree interne. Secondo le stime dell'assessorato, mentre diminuiscono gli arrivi dai tradizionali bacini turistici (tedesco, svizzero e austriaco), aumentano quelli provenienti dall'area Benelux, della Repubblica Ceca, del Regno Unito e della Francia. Per quanto riguarda i mercati secondari, rallenta il turismo americano e cresce invece il turismo dell'Est, scandinavo a cui si aggiungono il Canada e la Spagna.
Per quanto riguarda i mercati italiani cresce la presenza del Lazio, della Campania, della Puglia e dell'Emilia, mentre diminuiscono i flussi dalla Lombardia e dal Piemonte. L'andamento dell'offerta turistica è stabile sulla costa, sostenuta nell'entroterra, stabile ma difforme nelle città capoluogo.