Lo zafferano, oltre ad essere una preziosa spezia, adesso diventa anche attrattore turistico come dimostra il numero crescente di viaggiatori di ogni età in arrivo in Abruzzo, nei 13 Comuni della Dop. “Il costo di questa spezia rara è elevato, circa 30 euro al grammo, perché per produrre un chilogrammo di zafferano in fili sono necessari circa 100mila fiori e oltre 420 ore di manodopera”, precisa Sonia Fiucci, presidente dell’associazione ‘Vie dello zafferano’ che col maestro gelatiere Francesco Dioletta organizza ‘Raccogli, conosci e degusta’ a San Pio delle Camere (L’Aquila).
La geografia dello zafferano spesso coincide con quella del tartufo, coi bulbi che trovano ideale dimora in altopiano e località interne, in Abruzzo dove lo zafferano di L’Aquila vanta una Dop che comprende 13 Comuni, ma anche nel basso Lazio, in Toscana, e in Sardegna. “Per produrre un grammo di zafferano – precisa il coltivatore e produttore Massimiliano Aloisi – si utilizzano 250 fiori all’incirca e per un mese tutti i giorni gli esemplari raccolti vengono sfiorati, si separano cioè gli stimmi dai fiori, e tutti i giorni essiccati. E’ una coltura di
fatto biologica, viene messo il letame un anno prima per preparare il terreno e poi nulla più.. Il clima quest’anno ha ritardato la raccolta, temiamo che non sarà un grande annata. Sarebbe servita più pioggia , ma qualcosa è uscito”.
Per l’assessore regionale all’Agricoltura Emanuele Imprudente “oggi identificare un prodotto con un territorio è un valore aggiunto.
Il food ha una capacità comunicativa senza eguali e lo zafferano diventa un volano di sviluppo facendo capire ai visitatori dell’Abruzzo quanto lavoro c’è dietro un risotto, ritrovando l’antica vocazione aquilana dove è nato il più grande mercato d’Italia”.