Un recupero esemplare quello della Casa restaurata nel Sasso Barisano, seguendo un’idea dell’artista spagnolo Josè Ortega, che favorirà il recupero e la valorizzazione delle arti applicate e la storia della tradizione mediterranea. È quanto è stato raggiunto dopo 9 anni di interventi dalla Fondazione Zetema, con il restauro e la messa n funzione della ‘Casa di Ortega’, inaugurata domenica scorsa.
Si tratta di un fabbricato di 250 mq che sorge nella parte alta degli antichi rioni di tufo, con un investimento complessivo di 750 mila euro e che ha potuto contare oltre che su risorse della Istituzione culturale, nell’ultima fase di risorse dell’8 per mille e private dal progetto ‘Terzo valore’ di Banca Prossima gruppo Intesa San Paolo.
Gli ambienti, che riproducono spazi di vita domestica e di incontro, sono stati allestiti con 20 dei 33 quadri che l’artista donò al circolo La Scaletta dopo l’esperienza materana, incentrati sui cicli pittorici ‘Passarono’ e ‘Morte Nascita’. I quadri, conservati per oltre dieci anni, saranno oggetto di restauro dopo uno studio effettuato da esperti.
La ‘Casa’ ha riservato, durante i lavori di restauro, alcune sorprese con la scoperta di affreschi rupestri e ha offerto ad artisti del mosaico come Peppino Mitarotonda di decorare alcune volte e la cucina con duemila piastrelle fatte a mano.
”La Casa – ha annunciato Raffaello De Ruggieri, presidente della Fondazione – da gennaio sarà visitabile con un biglietto unico, che comprende il Musma e la Cripta del Peccato Originale. Il sito è l’area di valorizzazione e promozione, che utilizzerà anche l’antica cucina per un laboratorio del gusto della dieta mediterranea. Ma contiamo anche di sbloccare risorse immobilizzate per 200 mila euro, con una nuova gara di appalto, per il recupero dell’attiguo Palazzo Gattini che ospiterà laboratori e spazi creativi in continuità con Sviluppo Basilicata. Chiederò poi all’Amministrazione comunale di poter intervenire per consolidare l’antica Torre Metellana, luogo della memoria, e giungere al recupero di altri manufatti del passato”.