lunedì, 23 Dicembre 2024

Getty e MAN, accordo per restauro Cratere Altamura

Il Getty e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli hanno siglato un accordo che consentirà al museo californiano di restaurare ed esporre il Cratere di Altamura, vaso apulo conservato nelle raccolte dell’istituzione napoletana.  La firma dell’intesa è stata annunciata nel capoluogo campano e a Los Angeles. 

“Il Getty è felice di aver rinnovato la partnership con il Museo Archeologico Nazionale”, ha detto Timothy Potts, direttore del Getty, osservando che il restauro e l’esposizione del cratere è solo l’ultimo di molti progetti intrapresi dal museo che hanno arricchito l’esperienza dei visitatori della Villa Getty contribuendo allo stesso tempo alla conservazione della vasta eredita’ culturale dell’Italia.    

Soddisfatto anche Paolo Giulierini, direttore del Museo di Napoli. Il cratere sarà esposto alla Villa di Malibu, il museo costruito dal petroliere J.Paul Getty negli anni Cinquanta a immagine e somiglianza della Villa dei Papiri di Ercolano, i cui materiali a sua volta si trovano proprio a Napoli.    

“Questo progetto – ha detto Giulierini – è uno di quelli da cui possono nascere ulteriori ricerche scientifiche e importanti mostre. Il Museo Archeologico di Napoli trarrà’ grande vatanggio da questo nuovo livello di esposizione internazionale”.    

Il cratere a figure rosse è un ‘colosso’ alto 2 metri uscito intorno al 350 a. C. dalle officine ceramiche apule dell’area di Taranto. La raffigurazione porta lo spettatore in un viaggio nell’oltretomba popolato da oltre venti figure mitologiche tra cui Ade e Persefone, il musicista Orfeo, Ercole e Sisifo.    

L’accordo del 2007 ha portato ad altri importanti scambi culturali tra Getty e Italia, due dei quali riguardano prestiti a lungo termine di un Efebo e un Apollo Saettante di bronzo proprio da Napoli. Il Cratere di Altamura sarà trasferito al Getty in giugno per il restauro e successivamente esposto al pubblico. I laboratori di restauro del museo americano sono all’avanguardia nel mondo e di recente hanno curato l’Auriga di Mozia in prestito dalla Sicilia.

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