Non si arresta il braccio di ferro tra sindacati e Soprintendenza a Pompei in attesa della visita del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, con la Commissaria UE Corina Cretu e col ministro Claudio de Vincenti, in programma giovedì 9 febbraio.
Domenica 8 febbraio, infatti, il sito archeologico sarà messo alla prova da un’assemblea sindacale indetta dai responsabili delle sigle autonome Unsa-Flp su una vertenza che rischia di vedere chiuse le Domus più belle nella giornata di apertura gratis del sito. Chiusure imposte dall’assenza dei custodi impegnati nell’assemblea sindacale. Il dialogo è stato interrotto dalla denuncia dei rappresentanti dei lavoratori delle sigle Unsa-Flp contro il soprintendente Massimo Osanna. Vicende tali da poter indurre la magistratura ad aprire un fascicolo di indagine. A rendere più acre lo scontro il crollo di un muretto in una delle case degli Scavi, scoperto il 27 gennaio dopo l’accesa assemblea sindacale di giovedì scorso, ma in realtà annotato nel registro della Soprintendenza già due giorni prima.
Per chi lavora da anni per aprire le Domus restaurate con i fondi UE del Grande Progetto Pompei, registrando con successo affluenze record di turisti nel sito archeologico, è come tornare indietro all’epoca del crollo della Schola Armatorarum, a novembre del 2010. L’entità del danno è di gran lunga inferiore, il muretto misurava solo un metro e mezzo e non era affrescato. Ma si trovava in un’area dove i lavori dovevano iniziare un anno fa ma sono stati rinviati a causa di un ricorso al Tar.
Antonio Irlando, presidente dell’Osservatorio Patrimonio Culturale, rileva le pesanti responsabilità di chi non è intervenuto con la dovuta celerità ad avviare i lavori di messa in sicurezza della Domus. “All’origine di quel cedimento io individuo due cause: la prima va riferita ai decenni di abbandono che ha subito il sito archeologico patrimonio dell’umanità, mentre la seconda causa, considerato il quadro di emergenza in cui è stato inserito lo stanziamento dei fondi europei e la progettazione per la messa in sicurezza dell’area in cui si è verificato il crollo, va attribuita alla ingiustificabile lungaggine burocratica che proprio una situazione di emergenza doveva accelerare. Il Tar, interpellato da una delle aziende che si era presentata per i lavori, doveva fare di tutto per arrivare a sentenza il più in fretta possibile. Non è pensabile che da un anno non venga ancora stabilito chi debba eseguire il progetto. Se si considera che questi lavori erano stati assegnati un anno fa e non sono stati fatti, ti va il sangue alla testa. Se la commissione europea ne viene a conoscenza, credo che non ci facciamo una bella figura”.
Giorno 9 febbraio, infatti, Ed arriverà il Commissario per gli Affari regionali dell’Ue Corina Cretu, accompagnata dal ministro Franceschini, per una ricognizione dei cantieri del Grande Progetto europeo. Per l’occasione ci saranno alcune riaperture come la Casa dei Casti Amanti.
L’attenzione, al momento, è tuttavia rivolta alla prima domenica di febbraio. Si attendono 25 mila visitatori che potrebbero trovarsi in un sito archeologico con le Domus chiuse per assemblea sindacale.