sabato, 27 Aprile 2024

Ischia, inchino navi serve ad economia isola

Per Federalberghi-Ascoma sono a rischio posti di lavoro

“L'inchino delle navi da crociera va ripristinato, ovviamente garantendo la sicurezza, perché fondamentale per l'economia turistica dell'isola di Ischia: in caso contrario ci sarebbero anche ripercussioni sul piano occupazionale”. È l’appello che Ermando Mennella, presidente Federalberghi Ischia, e Marco Bottiglieri, presidente dell'Ascom Confcommercio dell'isola, lanciano al capo del Governo Mario Monti a favore del passaggio e dell'accosto in sicurezza di navi da crociera e megayacht lungo le coste dell’isola.
“Da alcuni anni l'isola d'Ischia si sta affermando nel mercato crocieristico alla stregua di altre località nazionali ed internazionali – spiegano – tale attività consente in parte di recuperare la costante diminuzione dei flussi turistici, esercitando una sorta di reciproca propaganda sia per le compagnie di navigazione, sia per la nostra località. Nel solo 2011 sono sbarcati ad Ischia 7500 croceristi.  L'emanazione del decreto contenente disposizioni per limitare o vietare il transito delle navi per la protezione di aree sensibili nel mare territoriale vanifica di fatto tutti gli sforzi operati per rendere appetibile la visita e la sosta per il nostro territorio, troncando completamente tutte le condizioni di lavoro create, comportando la cancellazione di tutti gli accosti programmati per l'anno 2012 e lasciando nel più assoluto sconcerto aziende e lavoratori impegnati in tale attività – Altro aspetto non secondario – proseguono – è l'impossibilità per le navi da diporto di attraccare nei porti turistici di Ischia Porto, Casamicciola Terme e Lacco Ameno o di sostare in rada presso le nostre insenature. Le g determinazioni che il Governo ha assunto, dopo i tragici fatti dell'isola del Giglio, non possono né debbono cancellare lo svolgimento di quelle attività legate alla fruizione delle coste e del patrimonio marino. Le norme emanate tagliano inesorabilmente le attività citate con danno irreparabile per le imprese che lavorano in questi settori e con inevitabili riduzioni dell'occupazione”.

 

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